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ADHD e CBD: gli studi sul cannabidiolo

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è un disturbo neurocomportamentale che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, in particolare bambini e adolescenti. I trattamenti tradizionali per l’ADHD includono farmaci stimolanti come il metilfenidato (Ritalin) o l’anfetamina (Adderall). Tuttavia, negli ultimi anni, è emerso un crescente interesse per le alternative naturali, come il cannabidiolo (CBD), che potrebbero offrire sollievo dai sintomi dell’ADHD senza gli effetti collaterali dei farmaci convenzionali. In questo articolo esploreremo la correlazione tra ADHD e CBD.

Che cos’è l’ADHD?

Il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo neuropsichico, caratterizzato dalla difficoltà di rimanere concentrati, prestare attenzione e tenere sotto controllo il comportamento. Questo disturbo compare per la prima volta solitamente entro i 7 anni e la sua sintomatologia è rappresentata da disattenzione, iperattività e impulsività eccessive. In base al carattere predominante, è possibile distinguere tre varianti del disturbo: inattentiva, iperattiva-impulsiva e forma combinata.

Durante l’infanzia, i comportamenti tipici dell’ADHD interferiscono con molti aspetti della vita, come scuola, relazioni familiari e vita sociale, disordini che si mantengono anche durante l’adolescenza. Con il passare degli anni i sintomi tendono a diminuire, anche se alcuni pazienti con ADHD possono continuare a presentare problematiche interpersonali. Questo può portare loro ad abusare di alcol o di sostanze stupefacenti e a sviluppare disturbi di personalità. Nell’età adulta possono presentarsi disorganizzazione, impulsività, labilità emotiva e scarsa tolleranza allo stress.

All’ADHD talvolta si associano altri disturbi, che possono complicare la diagnosi e il trattamento, quali:

  • Disturbo oppositivo-provocatorio e della condotta
  • I Disturbi dell’apprendimento (ad esempio dislessia, disgrafia)
  • Disturbi del sonno e dell’umore
  • Disturbi d’ansia
  • Disturbo ossessivo-compulsivo
  • Disturbo borderline di personalità

Cause dell’ADHD

Non esistono cause specifiche per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, ma secondo le ricerche correlate, ad essere presi in considerazione sono diversi fattori ambientali, sociali, comportamentali, biochimici e genetici. Nel campo medico, sembra siano coinvolti alcuni geni che regolano il livello dei neurotrasmettitori di tipo dopaminergico e noradrenergico. Queste alterazioni si ripercuotono poi soprattutto sulle funzioni svolte dalle zone del cervello che regolano l’attenzione.

Tra i fattori ambientali sembrano coinvolti : il fumo di sigaretta, l’abuso di alcol in gravidanza, il basso peso neonatale o la nascita prematura e i danni neurologici riportati dopo traumi ostetrici o cranici.

Il fattore genetico sembra essere di grande rilievo: nella maggior parte dei casi, infatti, l’ADHD si ripresenta all’interno della stessa famiglia.

È stato dimostrato che anche le infezioni congenite e l’esposizione a vernici, pesticidi, piombo e ad alcuni additivi alimentari (come coloranti e conservanti), possono aumentare il rischio di riscontrare il disturbo.

Sintomi

I bambini affetti da sindrome da deficit di attenzione e iperattività presentano difficoltà a concentrarsi in un’unica attività, non prestano attenzione ai dettagli e si distraggono facilmente. Inoltre, faticano a seguire una conversazione per un tempo prolungato e dimostrano difficoltà nell’apprendimento, nel seguire le istruzioni o le regole e nel portare a termine un compito richiesto.

I bambini dimenticano con facilità le cose che vengono loro dette, risultano spesso assenti e si annoiano rapidamente, per questo tendono a voler passare continuamente da un’attività all’altra.

I pazienti affetti da ADHD normalmente non riescono a stare seduti e si muovono in continuazione, toccando tutto quello che trovano; sono irrequieti e non riflettono sulle conseguenze di un loro gesto o delle loro parole. Inoltre, possono manifestare eccessi di collera, aggressività, disturbi del sonnoansia, comportamenti antisociali, depressione e sbalzi d’umore.

ADHD e CBD: come può aiutare il cannabidiolo?

Per stabilire la diagnosi di ADHD, è importante che isintomi principali del disturbo, ossia deficit di attenzione, iperattività e impulsività, siano presenti peralmeno sei mesi, abbiano fatto la loro comparsa prima dei sette anni e si manifestino in più di un contesto di vita(ad esempio a scuola e in famiglia). È necessario, inoltre, valutare il livello cognitivo del bambino e la sua capacità di comunicare.

Il trattamento dell’ADHD si basa normalmente su terapie comportamentali, psicoeducative che, in alcuni casi, possono essere associati all’impiego di alcuni farmaci. Tuttavia le terapie farmacologiche non sono in grado di curare il disturbo ma solo di tenere sotto controllo i sintomi. Inoltre, non sono raccomandati per i bambini in età prescolare, in quanto non si è attualmente a conoscenza degli effetti a lungo termine.

ADHD e CBD: cosa dice la scienza

Un articolo del 2017 pubblicato nella rivista “EuropeanNeuropsychopharmacologydescriveva nel dettaglio uno studio sperimentale, randomizzato e placebo-controllato, in cui veniva somministrato a 30 adulti affetti da ADHD un farmaco a base di cannabinoidi.

Gli esperti affermavano che i potenziali effetti terapeutici della cannabis potevano derivare dal miglioramento della trasmissione dopaminergica, lo stesso meccanismo messo in azione dai farmaci convenzionali.

Nel 2019 uno studio osservazionale condotto in Brasile, ha riportato come per 15 pazienti pediatrici (tra i 6 e i 17 anni) presentanti sintomi di ADHD vi siano stati eccellenti risultati a seguito di somministrazione di CBD. I risultati ottenuto a seguito di vari studi, hanno dimostrato che il CBD ha la capacità di ridurre i livelli di cortisolo nel cervello.

In quasi tutti i casi, i pazienti trattati con la cannabis hanno riferito di aver constatato importanti miglioramenti per quanto riguarda l’attenzione e la concentrazione.

Il Dr. David Bearman di Santa Barbara, in California, crede che le difficoltà di concentrazione ed attenzione possano aver origine nel fatto che un paziente soffra di una carenza clinica di endocannabinoidi. Questo significa che il livello di endocannabinoidi che l’organismo produce al suo interno non è sufficiente. Egli afferma che integrando i fitocannabinoidi, il paziente sperimenterà probabilmente una riduzione della velocità di rilascio dei neurotrasmettitori, permettendo così al cervello di concentrarsi maggiormente.

 

Conclusioni

Si raccomanda il consiglio medico, soprattutto nei pazienti molto piccoli, prima di procedere con l’assunzione.

Vi ricordiamo che l’articolo è a solo scopo informativo, non va considerato come un suggerimento terapeutico e i prodotti non vanno intesi come medicinali o sostituti di essi. Per ulteriori conferme circa le proprietà del CBD ed i suoi utilizzi dobbiamo attendere nuovi studi scientifici.

 

 

Domande frequenti su ADHD e CBD

Come far calmare un ADHD?

Per calmare una persona con ADHD, è utile adottare strategie come creare un ambiente organizzato e prevedibile, utilizzare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, e promuovere attività fisica regolare per scaricare l’energia in eccesso. Strumenti per la gestione del tempo come il Metodo Pomodoro possono migliorare la concentrazione. Anche una dieta equilibrata e la terapia cognitivo-comportamentale sono utili per gestire i sintomi. Ridurre le distrazioni e utilizzare tecniche sensoriali come oggetti antistress può favorire la calma e il focus.

Come aumentare la concentrazione ADHD?

Per aumentare la concentrazione nelle persone con ADHD, è utile creare una routine strutturata e utilizzare strumenti visivi come agende. Il Metodo Pomodoro aiuta a gestire il tempo con sessioni di lavoro brevi e pause regolari. Ridurre le distrazioni, organizzare lo spazio di lavoro e usare strumenti sensoriali come palline antistress possono migliorare l’attenzione. L’attività fisica regolare, come yoga o passeggiate, favorisce il focus, mentre tecniche di mindfulness aiutano a mantenere l’attenzione. Una dieta equilibrata, ricca di omega-3, può anche supportare la concentrazione.