Non ci stanchiamo mai di ribadire quanto la canapa legale sia versatile come pianta. Grazie alle sue innumerevoli proprietà è possibile utilizzarla al massimo delle sue potenzialità. Essa, infatti, può e potrebbe coprire numerosi settori, da quello alimentare a quello edilizio, dalla cosmetica alla canapa all’automobilistica. Oggi ci occuperemo del settore tessile.
Certo, non si tratta di una novità; l’utilizzo della canapa nel settore della moda, infatti, ha una lunga storia, interrotta da leggi che promuovevano il proibizionismo cannabis e dall’introduzione di fibre artificiali. Vediamo insieme qual è la storia della canapa nel settore tessile e perché oggi si parla di riscoperta.
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Storia della canapa tessile
Come abbiamo accennato nell’introduzione, l’uso della canapa tessile risale a migliaia di anni fa. Dei materiali ricavati dalla canapa, infatti, sono stati scoperti in alcune tombe risalenti all’anno 8.000 A.C. Naturalmente all’epoca non esistevano le tecnologie per trasformare la fibra in filato, e il filato in tessuto vero e proprio. Probabilmente le fibre di cannabis venivano pressate per trasformarle in feltro. Tuttavia il vestiario non era di fondamentale importanza come invece corde e legami vari, che rappresentano i primi usi consolidati della canapa tessile.
I prodotti tessili della canapa continuarono ad essere sviluppati e utilizzati ampiamente fino all’epoca dei grandi viaggi per mare, chiamata dagli inglesi Age of Sails. In quel periodo, infatti, la canapa tessile era di fondamentale importanza per la realizzazione di vele e cordame delle navi. Con la conquista dell’America, la coltivazione di canapa si diffuse ulteriormente. Essendo ancora terre “nuove”, i coltivatori sfruttarono il clima eccellente per la coltivazione della canapa tessile.
Tuttavia, nei secoli successivi, i velieri vennero sostituiti dai motori a vapore e poi a scoppio. Questo causò l’inevitabile crollo del consumo e della coltivazione della cannabis. Il suo declino coincise con la produzione di nuove fibre, soprattutto il cotone e le innovative fibre sintetiche. Inoltre, a partire dal 1975 ci furono una serie di severe normative legate alla coltivazione della cannabis, che causarono il definitivo abbandono della canapa tessile.
La canapa tessile oggi
Ad oggi, grazie ai numerosi studi effettuati sulla cannabis, i pregiudizi stanno lasciando spazio a nuove consapevolezze. Le ricerche, infatti, hanno fatto riemergere gli innumerevoli utilizzi di questa pianta e le proprietà benefiche dei suoi componenti (in particolar modo del cannabidiolo CBD). Si sta finalmente iniziando a parlare apertamente anche di vestiti di canapa, aprendo così nuovamente le porte all’industria tessile.
Grazie alle innovative tecniche di lavorazione sviluppate negli anni ’80, oggi è possibile acquistare abbigliamento in canapa. Per il momento è sicuramente più facile trovare capi sartoriali in canapa, magari miscelati con altri tessuti naturali come il cotone biologico. Tuttavia, grazie anche ai Social Network e alla televisione che promuovono sempre di più il consumismo consapevole, la richiesta della canapa tessile sta aumentando rapidamente.
Quali sono i vantaggi
- La canapa è un tessuto estremamente resistente e longevo. La sua resistenza alla trazione, infatti, è nettamente superiore a quella del cotone;
- Si tratta di uno dei tessuti più ecologici al mondo. La sua coltivazione, infatti, non richiede sostanze chimiche, controlla l’erosione del terreno e produce ossigeno. È una risorsa rinnovabile e biodegradabile, che può essere coltivata in appena 3 mesi;
- Il tessuto in canapa è ipoallergenico e non irrita la pelle; in un primo momento può sembrare un pò rigido, ma dopo alcuni lavaggi diventa progressivamente più morbido;
- La canapa rimane fresca in estate e calda in inverno. Ha proprietà antibatteriche e antifungine, è in grado di assorbire l’umidità del corpo e assorbe i raggi infrarossi e gli UVA fino al 95%.
Quali sono gli svantaggi
- La canapa può risultare alquanto rigida. Per questo motivo è consigliato scegliere un tessuto miscelato, ad esempio con cotone biologico, per avere una sensazione più morbida e piacevole a contatto con la pelle;
- Lo svantaggio più evidente è l’alto costo di lavorazione, motivo per cui si trova difficilmente nei negozi di abbigliamento.
Verso un futuro green
L’utilità della canapa tessile non si ferma alle sue caratteristiche fisiche, ma riguarda anche l’economia e l’ecologia. Viene utilizzata sempre più spesso, infatti, dai brand che seguono il movimento della moda sostenibile.
In un mondo sommerso da microfibre derivate dagli idrocarburi di origine fossile, che sono responsabili dell’inquinamento di mari e acqua potabile, la coltivazione di fibre naturali sarebbe certamente un toccasana.
Domande frequenti su canapa e tessile
Che tessuto si fa con la canapa?
Il tessuto ricavato dalla canapa è noto per essere resistente, traspirante ed ecologico. Viene utilizzato per produrre vari tipi di materiali tessili, tra cui:
- Tessuto di canapa grezzo: utilizzato principalmente per la realizzazione di prodotti resistenti come sacchi, corde, tappeti e tende. Questo tipo di tessuto è molto duraturo e resistente all’usura;
- Tessuto misto: spesso la fibra di canapa viene miscelata con altre fibre naturali come cotone o lino per ottenere un tessuto più morbido e leggero, adatto alla produzione di abbigliamento come t-shirt, jeans, giacche e biancheria per la casa;
- Tessuti per abbigliamento: la canapa, una volta lavorata, può essere usata per creare tessuti morbidi e confortevoli, simili al lino. È adatta per abiti estivi grazie alla sua traspirabilità e capacità di assorbire l’umidità;
- Tessuti tecnici: grazie alla sua resistenza, la canapa viene utilizzata anche per produrre tessuti tecnici e industriali, come quelli impiegati nella produzione di vele, tende da campeggio e materiali per outdoor.
Quanto si guadagna con la canapa tessile?
Il guadagno derivante dalla coltivazione di canapa tessile può variare notevolmente in base a diversi fattori, tra cui il tipo di fibra, la qualità del prodotto finale e la domanda di mercato. In media, la canapa tessile ha margini più bassi rispetto alla canapa coltivata per il CBD, ma può comunque essere redditizia se ben gestita:
- Fibra grezza: se destinata alla produzione di fibre grezze, il guadagno per ettaro di canapa può variare tra 1.500 e 3.000 euro, a seconda delle condizioni di coltivazione, del metodo di raccolta e dei costi di trasformazione;
- Fibra lavorata: la lavorazione della fibra per produrre tessuti più raffinati o misti (con cotone o altre fibre naturali) può aumentare i margini di profitto, con un guadagno potenziale di 3.000-5.000 euro per ettaro, specialmente se si riesce a entrare nel mercato dell’abbigliamento sostenibile o di lusso;
- Domanda di mercato: il crescente interesse per materiali sostenibili e prodotti a basso impatto ambientale ha aumentato la domanda di canapa tessile, rendendo il settore più promettente. Tuttavia, il mercato richiede infrastrutture di trasformazione efficienti, che possono aumentare i costi iniziali.
📖 Fonti Scientifiche e Bibliografia