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cannabis e tumori

Cannabis e tumori: un nuovo potenziale trattamento

Oxford Cannabinoid Technologies Holdings plc (OCTP), una compagnia specializzata nello sviluppo di farmaci a base di cannabinoidi, ha recentemente annunciato una scoperta significativa nel campo dell’immunoterapia oncologica. Infatti, hanno identificato un nuovo agente che potrebbe essere efficace nel trattamento dei tumori maligni, aprendo nuove possibilità per la ricerca oncologica. Questo sviluppo rappresenta un importante progresso nella medicina, poichè offre nuove speranze per il trattamento del cancro e sottolinea ulteriormente il potenziale terapeutico dei cannabinoidi in questo ambito. Questa novità potrebbe servire ad accelerare gli studi e gli approfondimenti sulla correlazione tra cannabis light e tumori maligni e per scoprire di più sulle potenziali malattie curabili con cannabinoidi.

Cannabinoidi ed endocannabinoidi

Nel nostro cervello sono presenti sostanze chiamate endocannabinoidi, simili ai componenti della cannabis, che sono state studiate per comprendere meglio gli effetti terapeutici e i possibili effetti collaterali del THC (tetraidrocannabinolo). Il THC, noto per i suoi effetti psicoattivi, è meno dipendente rispetto ad altre sostanze come la cocaina e la nicotina, ed è regolamentato sotto specifiche leggi che controllano l’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope. Al contrario, il CBD (cannabidiolo), che è non psicoattivo e non crea dipendenza, è disponibile più liberamente e usato anche per trattare condizioni neurologiche e per i suoi effetti antidepressivi.Gli studi sul CBD hanno mostrato che può avere un effetto nel rallentare la crescita cellulare in laboratorio, sebbene questi risultati non siano ancora pienamente confermati negli esseri umani. Al centro di questi processi ci sono i principali endocannabinoidi, come l’anandamide e il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG), che interagiscono con i recettori CB1 situati prevalentemente nel cervello. Questa interazione spiega vari effetti comuni legati al consumo di cannabis, come l’euforia e la diminuzione dell’ansia, dovuti all’attivazione della corteccia frontale.Questi insights derivano dagli studi approfonditi sul sistema degli endocannabinoidi, che aiutano a delineare le basi fisiologiche degli effetti del THC, includendo le sue proprietà antidolorifiche e la capacità di stimolare l’appetito in pazienti affetti da nausea o malattie gravi.

THC e uso medico

Il delta-9-THC è la forma più comune di THC utilizzata a scopo medico e riconosciuta dalla Food and Drug Administration (FDA) come efficace nel mitigare i disturbi associati al cancro e gli effetti collaterali delle terapie chemioterapiche. L’uso terapeutico della cannabis non è un fenomeno recente, essendo stato impiegato per oltre 3.000 anni e introdotto in Occidente nell’800 principalmente per le sue proprietà come antidolorifico, antispastico e antiepilettico.

Il THC può essere assunto sia per via orale sia tramite inalazione. Quando ingerito, il THC passa attraverso il fegato dove viene metabolizzato, potenziando i suoi effetti psicoattivi. Negli Stati Uniti, sono disponibili formulazioni per l’assunzione orale di THC, mentre nei Paesi Bassi viene prodotta cannabis terapeutica destinata all’inalazione.

In Italia, la produzione nazionale di cannabis per uso medico è stata avviata nel 2016 attraverso una collaborazione tra il Ministero della Salute e il Ministero della Difesa, con la produzione concentrata presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Di recente, il governo ha iniziato a selezionare aziende per espandere la coltivazione di cannabis destinata a uso medico.

L’American Cancer Society ha espresso supporto per la semplificazione delle procedure di prescrizione dei prodotti a base di cannabis per i pazienti oncologici, evidenziando la necessità di facilitare l’accesso a queste terapie alternative per chi soffre di cancro.

 

Cannabis e tumori: gli effetti antitumorali dei cannabinoidi

Gli studi preclinici hanno evidenziato che i cannabinoidi, come il delta-9-THC, possono svolgere un ruolo significativo nella lotta contro il cancro. Inoltre, le ricerche suggeriscono anche una correlazione tra cannabis e glioblastoma, la forma più aggressiva di tumore al cervello. Questi composti hanno dimostrato di poter inibire la crescita delle cellule tumorali attraverso l’induzione dell’apoptosi, un processo naturale di morte cellulare programmata. Inoltre, hanno mostrato proprietà antiangiogeniche, impedendo lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni che supportano la crescita del tumore.

In particolare, il delta-9-THC è stato studiato per i suoi effetti contro il cancro al fegato e si è visto che potrebbe anche ridurre il rischio di cancro al colon grazie alle sue capacità antinfiammatorie.

Tuttavia, l’uso dei cannabinoidi non è esente da effetti collaterali. Questi possono includere vertigini, svenimenti e variazioni dell’umore. Inoltre, in persone predisposte, il THC potrebbe aggravare condizioni come la depressione e il disturbo bipolare e potrebbe incrementare il rischio di psicosi e allucinazioni. Questi risultati sottolineano l’importanza di approfondire la ricerca per comprendere appieno i benefici e i rischi associati all’uso dei cannabinoidi in contesti medici.

 

Cannabis e tumori maligni: la scoperta dell’OCTP

Il 17 luglio 2023, Oxford Cannabinoid Technologies Holdings plc (OCTP) ha annunciato un’importante espansione nella ricerca oncologica grazie alla scoperta di un nuovo agente immunoterapico per il trattamento dei tumori solidi. Questa scoperta segna un potenziale avanzamento significativo nell’uso dei cannabinoidi in medicina, mostrando promettenti risultati in vitro per potenza e selettività del bersaglio, nonché una buona biodisponibilità in vivo.

L’azienda si prepara ora a procedere con ulteriori studi in vitro e in vivo per valutare più approfonditamente l’efficacia e la sicurezza di questo agente, con piani per una futura selezione finale prevista per il 2024. L’OCTP si avvale delle proprie risorse finanziarie per sostenerne lo sviluppo, puntando a posizionarsi entro un mercato delle terapie oncologiche che si stima raggiungerà i 532 miliardi di dollari entro il 2032.

I potenziali vantaggi

Le recenti innovazioni nelle immunoterapie antitumorali da parte della Oxford Cannabinoid Technologies Holdings plc (OCTP) segnalano un progresso significativo nella lotta contro il cancro. Le terapie esistenti lavorano potenziando il sistema immunitario per combattere il cancro, prevenendo la sua ricomparsa. Tuttavia, sono spesso costose e di difficile accesso per molti pazienti.

L’OCTP ha sviluppato un nuovo trattamento che mira a rimuovere gli ostacoli che il cancro pone all’immunità del paziente, facilitando un attacco più efficace contro la malattia. Questo approccio potrebbe trasformarsi in un farmaco conveniente, facilmente somministrabile a casa, offrendo una valida alternativa alle opzioni terapeutiche più costose e complesse attualmente disponibili.

Clarissa Sowemimo-Coker, amministratore delegato dell’OCTP, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta, indicando un bisogno critico di nuovi farmaci antitumorali che siano accessibili e gestibili per i pazienti. Questa ricerca rappresenta un passo avanti entusiasmante, con il potenziale di migliorare significativamente la qualità della vita per molti pazienti affetti da cancro, offrendo speranze concrete per trattamenti più efficaci e meno gravosi.

Cannabis e tumore: in conclusione

I potenziali benefici dei cannabinoidi nel trattamento di alcuni sintomi comuni nei pazienti affetti da tumore continuano a generare grande interesse nella comunità scientifica. Nonostante questo, gli esperti rimangono prudenti a causa della limitata quantità di studi conclusivi disponibili finora. Le proprietà antidolorifiche, antinfiammatorie e antiemetica (contro la nausea) dei cannabinoidi stimolano ulteriori ricerche in ambito medico. La speranza è che questi studi preliminari siano soltanto l’avvio di un percorso scientifico più ampio e approfondito che possa portare a trattamenti innovativi e più efficaci per i pazienti oncologici.

 

Domande frequenti su cannabis e tumori

Quale effetto dei cannabinoidi si può sfruttare in oncologia?

In oncologia, i cannabinoidi possono essere utilizzati per diversi scopi, tra cui:

  1. Sollievo dal dolore: possono fornire sollievo dal dolore associato al cancro e alle terapie antitumorali, come la chemioterapia e la radioterapia;
  2. Controllo degli effetti collaterali: possono aiutare a controllare gli effetti collaterali delle terapie antitumorali, come la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia;
  3. Aumento dell’appetito: il THC è noto per stimolare l’appetito, il che può essere utile per i pazienti affetti da cancro che sperimentano perdita di peso e cachessia;
  4. Antiemetico: possono agire come antiemetici, riducendo la sensazione di nausea e prevenendo il vomito.

È importante notare che l’uso dei cannabinoidi in oncologia dovrebbe essere sempre supervisionato da un medico o un oncologo, in quanto possono interagire con altri farmaci e terapie antitumorali e richiedere una gestione appropriata degli effetti collaterali.

Quali medicinali contengono cannabinoidi?

I cannabinoidi sono presenti in diversi medicinali, alcuni dei quali includono:

  1. Sativex: un farmaco contenente una combinazione di THC e CBD e utilizzato per trattare la spasticità associata alla sclerosi multipla;
  2. Epidiolex: un farmaco a base di CBD approvato dalla FDA per il trattamento di alcune forme gravi di epilessia, tra cui la sindrome di Lennox-Gastaut e la sindrome di Dravet, nei pazienti di età superiore a 2 anni;
  3. Marinol e Cesamet: farmaci a base di THC sintetico utilizzati per trattare la nausea e il vomito associati alla chemioterapia e per stimolare l’appetito nei pazienti affetti da AIDS;
  4. Nabilone: un farmaco sintetico simile al THC utilizzato principalmente per trattare la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia.

È importante notare che l’uso di medicinali contenenti cannabinoidi dev’essere sempre supervisionato da un medico qualificato.