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cannabis e glioblastoma

Cannabis e glioblastoma: via alla sperimentazione clinica

Tabella dei Contenuti

Gli scienziati hanno da poco reclutato il primo paziente per la sperimentazione clinica che prevede uno spray orale a base di cannabis contro il glioblastoma, la forma più aggressiva di tumore al cervello. Questo test clinico avviene in seguito ad un nuovo studio effettuato dalla professoressa Susan Short dell’Università di Leeds. Si tratta del primo che vede la cannabis medica come terapia per il cancro.

Il farmaco coinvolto è il Sativex, già approvato per il trattamento degli spasmi muscolari nei pazienti affetti da sclerosi multipla, insieme ad un farmaco chemioterapico, chiamato temozolomide.

Quest’anno lo studio coinvolgerà più di 230 pazienti affetti da glioblastoma, provenienti da 15 ospedali del Regno Unito (nello specifico Inghilterra, Scozia e Galles). Due terzi di loro riceveranno lo spray orale a base di cannabis, mentre un terzo riceverà un placebo.

Cos’è il glioblastoma

Il glioblastoma, o glioblastoma multiforme (GBM), è uno dei tumori cerebrali più aggressivi e difficili da trattare. Questo tumore ha origine nelle cellule gliali, in particolare negli astrociti, che svolgono una funzione di supporto ai neuroni. Generalmente, si sviluppa in entrambi gli emisferi cerebrali, ma può occasionalmente interessare il tronco encefalico o il midollo spinale. L’età media di insorgenza è di 53 anni e raramente si presenta in giovane età. A livello globale, si stima un’incidenza di 4-5 casi ogni 100.000 persone, anche se alcune ricerche suggeriscono cifre superiori.

Cause e fattori di rischio

Le cause precise del glioblastoma non sono ancora completamente note, ma recenti studi indicano un possibile legame con le cellule staminali neuronali. In alcune forme di tumore cerebrale, incluse quelle di glioblastoma, alcune cellule staminali possono acquisire proprietà tumorali, contribuendo alla crescita del tumore. Queste cellule staminali neoplastiche sono particolarmente resistenti alla chemioterapia e alla radioterapia, rendendo il glioblastoma difficile da trattare e associato a un’elevata mortalità.

L’unico fattore di rischio confermato è l’esposizione a radiazioni ionizzanti, che possono derivare da incidenti nucleari o trattamenti radioterapici. Altri potenziali fattori, sebbene non supportati da prove scientifiche definitive, includono:

  • Vicinanza a linee ad alta tensione;
  • Traumi cranici;
  • Esposizione a coloranti per capelli;
  • Contatto con cloruro di vinile, idrocarburi aromatici o pesticidi;
  • Presenza di nitrosammine nel fumo di sigaretta, nella birra e negli alimenti cotti ad alte temperature;
  • Esposizione prolungata a campi magnetici.

Trattamenti disponibili

Attualmente, non esiste una cura definitiva per il glioblastoma. La chirurgia può prolungare la vita dei pazienti, ma le recidive sono quasi sempre inevitabili. Altri trattamenti includono:

  • Radioterapia;
  • Chemioterapia, spesso con temozolomide;
  • Stimolazione elettrica per distruggere le cellule tumorali;
  • Nuovi interventi chirurgici in caso di recidiva.

Alcuni studi clinici hanno dimostrato che la combinazione di temozolomide e radioterapia può aumentare l’aspettativa di vita, in particolare nei pazienti con una mutazione del gene MGMT. Tuttavia, anche con questi trattamenti, l’aumento della sopravvivenza è generalmente limitato a pochi mesi.

Sativex: gli studi sul farmaco a base di cannabis

Negli ultimi anni, i cannabinoidi sono stati oggetto di ricerca per il loro potenziale ruolo nel trattamento del glioblastoma. La professoressa Susan Short, dell’Università di Leeds, ha condotto studi che indicano come i cannabinoidi possano rallentare la crescita del tumore e siano ben tollerati dai pazienti.

Nel 2021, il team della professoressa Short ha pubblicato i risultati di uno studio di fase I, condotto su 27 pazienti, per valutare la sicurezza del Sativex, un farmaco a base di cannabis. Sebbene l’obiettivo primario non fosse quello di verificare l’efficacia del trattamento, i risultati sono stati promettenti: l’83% dei pazienti trattati con Sativex era ancora in vita dopo un anno, rispetto al 44% del gruppo placebo.

Questi risultati hanno spinto i ricercatori a pianificare ulteriori studi per confermare e approfondire le potenzialità del Sativex come terapia per il glioblastoma. Tuttavia, al momento, non è ancora possibile trarre conclusioni definitive sull’efficacia del farmaco.

Aristocrat: la nuova sperimentazione

Nell’agosto 2021, “The Brain Tumour Charity”, un’organizzazione benefica britannica dedicata alla ricerca e alla sensibilizzazione sui tumori cerebrali, supportata dal campione olimpico Tom Daley, ha lanciato una campagna per raccogliere fondi destinati a una nuova sperimentazione clinica. Grazie a questa iniziativa, sono state raccolte 450.000 sterline, necessarie per finanziare il progetto di ricerca.

Attualmente, la sperimentazione, denominata Aristocrat, è in corso presso il Leeds Teaching Hospitals NHS Trust e il Christie NHS Foundation Trust di Manchester.

L’obiettivo principale dello studio Aristocrat è valutare se la combinazione del farmaco Sativex con la chemioterapia standard possa contribuire a prolungare la sopravvivenza dei pazienti con glioblastoma ricorrente. Come accennato in precedenza, il glioblastoma è la forma più aggressiva di tumore cerebrale, e la sopravvivenza media dopo una recidiva è attualmente inferiore ai 10 mesi. “The Brain Tumour Charity” sottolinea la scarsità di opzioni terapeutiche disponibili per i pazienti che affrontano una recidiva del tumore

Cannabis e glioblastoma: studi scientifici

I ricercatori valuteranno se l’aggiunta di Sativex all’attuale trattamento chemioterapico standard (temozolomide) possa offrire un’ulteriore durata di vita. Inoltre, gli scienziati intendono scoprire se questo farmaco sia in grado di ritardare la progressione della malattia o migliorare la qualità della vita. Ai pazienti verranno somministrati per bocca fino a 12 spruzzi al giorno di Sativex o di placebo.

Successivamente, saranno sottoposti a un follow-up regolare che comprenderà valutazioni cliniche ogni quattro settimane, esami del sangue, risonanza magnetica ogni otto settimane e la compilazione di questionari relativi alla qualità della vita.

Il potenziale della cannabis per il trattamento e la prevenzione di alcuni tipi di cancro è al centro dell’attenzione scientifica. I prodotti a base di cannabis, infatti, si sono dimostrati efficaci nel ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti standard, come appunto la chemioterapia.

Tuttavia, come sottolineato dal dottor Jenkinson, non ci sono prove sufficienti per raccomandarne l’uso nel trattamento dei tumori cerebrali. Pertanto, in caso di terapie complementari, è essenziale rivolgersi al proprio medico, in quanto potrebbero interagire con altri trattamenti farmacologici.

Si accende una nuova speranza

Il dottor David Jenkinson, direttore scientifico di “The Brain Tumour Charity”, ha dichiarato: “Siamo molto entusiasti che questo primo studio globale, condotto qui nel Regno Unito, possa contribuire ad accelerare la cura di questa malattia devastante. Negli ultimi dieci anni, c’è stato un grande interesse da parte di pazienti e ricercatori per il potenziale dei cannabinoidi nel trattamento del glioblastoma. Siamo molto grati a tutti coloro che in tutto il mondo hanno contribuito a finanziare uno studio così importante”

“I risultati iniziali sono molto promettenti. Ora siamo ansiosi di capire se l’aggiunta di nabiximoli (Sativex) alla chemioterapia possa contribuire a migliorare la qualità della vita e a prolungarla  nelle persone colpite da una diagnosi di glioblastoma. Speriamo che questo sia il primo nuovo farmaco per il trattamento del glioblastoma in oltre 15 anni”.

La prof.ssa Susan Short, ricercatrice principale della sperimentazione, ha aggiunto: “I farmaci a base di cannabinoidi hanno effetti ben descritti sul cervello e da tempo c’è un grande interesse per il loro uso in diversi tipi di cancro. I glioblastomi hanno recettori per i cannabinoidi sulla loro superficie cellulare. Studi di laboratorio su cellule di glioblastoma hanno dimostrato che questi farmaci possono rallentare la crescita del tumore e sono particolarmente efficaci se usati con il temozolomide.”

“Ora abbiamo l’opportunità di utilizzare questi risultati di laboratorio e i risultati dello studio di fase I e di studiare se questo farmaco possa aiutare i pazienti affetti da glioblastoma a vivere più a lungo in questo studio clinico randomizzato, primo nel suo genere” ha dichiarato infine.

Cannabis e glioblastoma: in conclusione

Questo studio è sicuramente un’enorme speranza per un tumore che, oltre ad una crescita e una diffusione molto rapide, è spesso caratterizzato da recidive. Senza dimenticare che l’aspettativa di vita per i pazienti non supera i 18 mesi dalla diagnosi iniziale.

Gli scienziati ora devono cercare di capire se le ricerche circa le proprietà anticancro dei cannabinoidi effettuate fino ad oggi saranno confermate anche dagli studi sull’uomo. In particolare, uno studio del 2011 ha dimostrato che i cannabinoidi tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD), se somministrati con temozolomide, inibiscono radicalmente la crescita dei gliomi in capsule di Petri e in topi vivi. Lo studio sottolinea come le cellule tumorali siano state sconfitte proprio quando i due cannabinoidi sono stati aggiunti al farmaco chemioterapico. Ecco perchè il farmaco Sativex contiene concentrazioni uguali sia di THC che di CBD.

Ora non ci resta che attendere i risultati dei nuovi studi sulla correlazione tra cannabis e tumori, compreso il glioblastoma.

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Domande frequenti su Cannabis e glioblastoma

Come richiedere la cannabis terapeutica?

Per richiedere la cannabis terapeutica, di solito è necessario seguire questi passaggi:

  1. Consulta un medico esperto in cannabis terapeutica per valutare la condizione medica;
  2. Seguire una valutazione medica per determinare l’idoneità all’uso della cannabis;
  3. Ottenere una prescrizione dal medico per il prodotto specifico e il dosaggio appropriato;
  4. Presentare la prescrizione alle autorità competenti;
  5. Acquistare la cannabis terapeutica presso una farmacia autorizzata o un dispensario;
  6. Seguire attentamente le istruzioni del medico e rispettare le leggi locali sull’uso e l’accesso alla cannabis terapeutica.

Quali sono i sintomi del glioblastoma?

Il glioblastoma è un tipo di tumore cerebrale che può manifestarsi con una serie di sintomi, tra cui:

  1. Mal di testa persistente e grave, spesso peggiore al mattino o durante la notte;
  2. Nausea o vomito;
  3. Cambiamenti nella vista, come visione offuscata o doppia;
  4. Debolezza o intorpidimento in una parte del corpo, spesso su un lato;
  5. Difficoltà nella parola o nella comprensione;
  6. Cambiamenti nella personalità o nel comportamento;
  7. Crisi epilettiche.

Questi sintomi possono variare da persona a persona e dipendono dalla posizione e dalle dimensioni del tumore. Poiché i sintomi del glioblastoma possono essere simili ad altre condizioni mediche, è importante consultare un medico se si sperimentano sintomi persistenti o preoccupanti.