Il 25% della nostra vita lo trascorriamo dormendo, non perchè siamo pigri, ma perchè rappresenta un momento fondamentale di pausa e rigenerazione. Durante il sonno, infatti, i ritmi biologici rallentano, l’organismo recupera le energie e il cervello riduce al minimo la sua attività. Inoltre, un buon sonno, che per gli adulti in media è di 7-8 ore, consente di dare nuova linfa alla memoria, aumentando l’attenzione. Proprio perchè è così importante dormire, coloro che soffrono di insonnia cercano qualsiasi modo per contrastare il problema. Ad oggi sono milioni le persone che utilizzano la cannabis e i suoi prodotti derivati (come ad esempio la tisana alla canapa e l’olio di CBD) per questo scopo. Tuttavia, secondo molti consumatori, la cannabis ricca di THC e CBD sarebbe in grado di inibire o amplificare l’attività onirica.
Attualmente non esistono studi specifici che spiegano e confermano questa teoria, ma esistono alcune ricerche superficiali. Queste lasciano intendere che effettivamente possa esistere una correlazione tra cannabis e sogni. Continuate a leggere per saperne di più!
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Come funziona l’attività onirica
Il sogno è da sempre considerato uno degli aspetti più affascinanti della psicologia umana. Spesso, infatti, è oggetto di studi e di ricerche scientifiche; tuttavia gli esperti concordano sul fatto che il significato e la funzione dei sogni siano ancora ignoti, anche se esistono delle teorie piuttosto interessanti. Innanzitutto è importante comprendere l’attività onirica.
Il ritmo sonno-veglia è essenziale per il nostro benessere quotidiano. Sono diversi i fattori che lo possono influenzare negativamente: condizioni ambientali come luce e rumori, ansia e stress, alimentazione pesante, alcol, caffè, ecc.
Il nostro ciclo del sonno si suddivide in varie fasi: il sonno REM e il sonno non REM, o NREM. La fase NREM è a sua volta suddivisa in 3 step:
- N1: in questo stadio avviene la transizione dalla veglia al sonno;
- N2: si tratta di un’ulteriore fase di transizione verso il sonno. Si verifica quando l’individuo passa da uno stadio del sonno (ad esempio N3) ad un altro, come il sonno REM;
- N3: questa è la fase del sonno a onde lente (SWS), uno stadio profondo del sonno NREM;
Gli esseri umani possono sognare in qualsiasi fase del sonno. Tuttavia, l’attività onirica si verifica normalmente durante la fase REM. Secondo alcune statistiche, circa l’80% dei sogni, infatti, si sviluppa durante il sonno REM, sebbene questa fase rappresenti solamente il 20% dell’intero ciclo del sonno.
I sogni che compaiono durante la fase NREM tendono ad essere collegati agli eventi quotidiani accaduti. I sogni in fase REM, invece, sono più facili da ricordare e sono spesso surreali.
Perchè è importante sognare?
Come vi abbiamo accennato nei paragrafi precedenti, attualmente non esistono dati specifici che spiegano l’importanza dell’attività onirica. Tuttavia, secondo alcune teorie, i sogni sono importanti per la nostra salute, tanto quanto un sonno lungo ed ininterrotto.
In un articolo per Greater Good, Matthew Walker, professore di psicologia e neuroscienze alla University of California e direttore del “Center for Human Sleep Science” dell’ateneo, paragona il sogno addirittura ad una “terapia notturna”. “I sogni emersi durante la fase REM sembrano attenuare le esperienze traumatiche o spiacevoli vissute durante la giornata, offrendo soluzioni emotive al risveglio”, afferma il Prof. Walker.
I suoi studi evidenziano che, durante il sonno REM, le aree del cervello associate a memoria ed emozioni sono attive. Inoltre, la fase REM è l’unico intervallo di tempo in cui il cervello è privo di noradrenalina, ossia un neurotrasmettitore associato all’ansia.
In uno dei suoi test, Walker ha mostrato una serie di immagini suggestive a due gruppi di adulti sani, sottoponendoli contemporaneamente a risonanza magnetica. Uno dei due gruppi ha visionato nuovamente le immagini il giorno stesso, a distanza di 12 ore, mentre l’altro ha osservato le immagini dopo aver dormito. Coloro che avevano dormito prima di vedere le immagini per la seconda volta, mostravano una risposta emotiva notevolmente ridotta. Inoltre, in questo gruppo di persone, la corteccia prefrontale (legata al ragionamento logico) sembrava maggiormente coinvolta.
Durante le due sessioni dello studio, gli esperti hanno esaminato attentamente il ciclo del sonno di ciascun partecipante. Osservando i risultati di questo test, Walker ha concluso che i sogni possono contribuire a ridimensionare la sensibilità e la reattività emotiva.
Altre ricerche effettuate da Walker in collaborazione con il “Center for Human Sleep Science”, hanno constatato che sognare è fondamentale per stimolare la creatività e le abilità di problem-solving. In una di queste, gli scienziati hanno svegliato i partecipanti durante la fase NREM e la fase REM del sonno, chiedendo loro di risolvere brevi anagrammi. Dopo essere stati svegliati durante il sonno REM, i partecipanti mostravano una capacità di risolvere i test superiore di circa il 15–35% rispetto a quando erano stati svegliati durante la fase NREM.
In che modo la cannabis può influire sui sogni?
Molti consumatori di cannabis sostengono di sognare meno nei periodi in cui assumono marijuana regolarmente. Dopo aver interrotto il consumo, i sogni si ripresentano. Questo è dovuto al THC, il principale componente psicoattivo della cannabis, capace di inibire il sonno REM.
Secondo uno studio del 2008 pubblicato sulla rivista Sleep, i consumatori di cannabis trascorrono meno tempo in fase REM rispetto a chi non assume marijuana. Dal momento che la maggior parte dei sogni si sviluppa durante questa fase, è possibile che chi assume marijuana abitualmente trascorra meno tempo in fase REM e abbia, quindi, meno possibilità di sognare.
Tuttavia, gli effetti positivi o negativi della cannabis sul sonno dipendono soprattutto dall’individuo e dalla varietà di cannabis utilizzata. Chi ha serie difficoltà ad addormentarsi o a dormire in modo continuativo, potrebbe trarre beneficio dal THC. Coloro che hanno bisogno di essere vigili ed attivi al risveglio, invece, potrebbero trarre vantaggio dall’assunzione di CBD.
Anche il CBD influisce sui sogni?
Molti studiosi hanno cercato di comprendere gli effetti del CBD sul ciclo del sonno. I dati ottenuti sono piuttosto variabili, pertanto non esiste ancora una risposta certa. Secondo un articolo del 2007, il CBD potrebbe aumentare o diminuire la durata della fase REM, in base al dosaggio.
Alcuni consumatori di CBD dichiarano di fare sogni più lucidi ed intensi. Tuttavia, i dati scientifici raccolti finora non sono sufficienti per confermare gli influssi del CBD sui sogni. Pertanto non è possibile giungere ad una conclusione definitiva.
Cannabis e sogni: conclusioni
Come molti altri aspetti della cannabis, anche la correlazione tra essa e l’attività onirica è ancora in fase di studio. Come vi abbiamo spiegato in questo articolo, sia il THC che il CBD potrebbero influire sulla fase REM, in positivo o in negativo. Entrambi gli effetti, tuttavia, potrebbero risultare vantaggiosi a seconda della necessità dell’individuo.
Siamo certi che gli studi continueranno il loro percorso e presto potremmo avere nuove informazioni circa questo tema. Noi di CBD Therapy vi terremo aggiornati!
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Domande frequenti su cannabis e sogni
Quale cannabis per dormire?
Per favorire il sonno, si preferiscono varietà di cannabis indica o a predominanza indica, ricche di CBD e/o THC. Le varietà ricche di CBD aiutano a rilassare senza effetti psicoattivi, mentre quelle con THC moderato hanno effetti sedativi. Le varietà bilanciate THC/CBD offrono rilassamento senza eccessivo sballo.
Quanto dura l’insonnia da cannabis?
L’insonnia causata dalla sospensione o dall’uso di cannabis può variare in durata a seconda della persona e della frequenza e quantità di utilizzo della sostanza. Ecco alcuni fattori chiave:
- Uso occasionale: se la cannabis è stata usata saltuariamente, l’insonnia può durare solo un paio di giorni, man mano che il corpo si riadatta all’assenza della sostanza;
- Uso regolare o prolungato: nei consumatori abituali, l’insonnia può durare più a lungo, solitamente da una a due settimane. Questo accade perché l’uso costante di cannabis, soprattutto con alte dosi di THC, può alterare il ciclo sonno-veglia naturale, riducendo la fase del sonno profondo (REM). Quando si smette, il corpo impiega tempo per riequilibrarsi;
- Sintomi da astinenza: l’insonnia può essere uno dei sintomi dell’astinenza da cannabis, insieme a irritabilità, ansia, e cambiamenti d’umore. Questi sintomi tendono a raggiungere il picco dopo pochi giorni dalla sospensione e generalmente si riducono entro una o due settimane.
Quando si fanno bei sogni?
I bei sogni si verificano generalmente quando una persona è in uno stato di benessere mentale ed emotivo. Ecco alcuni fattori che possono influenzare la qualità dei sogni:
- Sonno profondo e regolare: un ciclo del sonno sano, che include abbastanza tempo nella fase REM (movimento rapido degli occhi), è fondamentale. La fase REM è il momento in cui i sogni sono più vividi e articolati;
- Ridotto stress e ansia: uno stato mentale tranquillo e sereno aumenta le probabilità di fare sogni piacevoli. Lo stress e l’ansia tendono invece a generare incubi o sogni più agitati;
- Benessere fisico: la mancanza di dolore o disturbi fisici può favorire un sonno più riposante e sogni più piacevoli;
- Ambiente di sonno confortevole: una stanza tranquilla, ben ventilata e un letto comodo migliorano la qualità del sonno, favorendo sogni più piacevoli;
- Stato emotivo positivo prima di dormire: leggere qualcosa di piacevole, ascoltare musica rilassante o praticare tecniche di rilassamento può predisporre la mente a sogni positivi.