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coaguli di sangue e cbd

Coaguli di sangue: il CBD può aiutare?

I coaguli di sangue, o trombi, possono rappresentare un serio rischio per la salute, portando a condizioni potenzialmente fatali come infarti, ictus o embolie polmonari. Il trattamento tradizionale prevede l’uso di farmaci anticoagulanti, ma recentemente l’interesse per il cannabidiolo (CBD) è cresciuto per i suoi potenziali benefici nella gestione dei coaguli di sangue. Il CBD, un composto non psicoattivo derivato dalla pianta di cannabis legale sativa, è noto per le sue proprietà antinfiammatorie e potrebbe offrire un’alternativa o un complemento ai trattamenti convenzionali. In questo articolo, esploreremo qual è la correlazione tra coaguli di sangue e CBD, esaminando la ricerca scientifica disponibile e le sue implicazioni per la salute cardiovascolare.

Che cosa sono i coaguli di sangue?

I coaguli di sangue, o trombi, svolgono un ruolo cruciale nel processo di guarigione del corpo. Normalmente, il sangue scorre liberamente attraverso vene e arterie, ma quando il corpo subisce una ferita, il meccanismo di coagulazione si attiva per prevenire la perdita di sangue. Tuttavia, quando i coaguli si formano in assenza di una ferita o non si dissolvono correttamente, possono causare problemi seri. Se un coagulo si sviluppa all’interno di una vena o arteria, può bloccare il normale flusso di sangue e limitare l’apporto di ossigeno ai tessuti vitali. Quando questo accade, si possono manifestare condizioni come trombosi venosa profonda (TVP) nelle gambe, ictus nel cervello, infarto nel cuore o embolia polmonare nei polmoni. In questi casi, i coaguli possono avere conseguenze potenzialmente letali se non vengono trattati tempestivamente.

Il coagulo venoso può svilupparsi più lentamente, ma rimane comunque pericoloso; la forma più grave è la Trombosi venosa profonda. Il coagulo arterioso, invece, causa sintomi immediati come dolore intenso e paralisi di una parte del corpo, e può portare a infarti o ictus.

Cause

I disturbi della coagulazione possono derivare da fattori acquisiti o ereditari. Le principali cause delle coagulopatie acquisite includono:

  • Carenza di Vitamina K
  • Diabete
  • Coagulazione intravascolare disseminata
  • Sovradosaggio di Anticoagulanti Orali
  • Gravi Malattie Epatiche (come la Cirrosi ed Epatite fulminante)

Per quanto riguarda le forme ereditarie, i disturbi più noti comprendono:

  • L’emofilia, una malattia tipicamente maschile (anche se le femmine possono essere portatrici sane)
  • La malattia di Von Willebrand
  • Alcune forme di piastrinopatie

La formazione di coaguli di sangue può essere associata a diverse condizioni, tra cui:

  • Immobilità prolungata
  • Utilizzo di farmaci
  • Obesità
  • Gravidanza
  • Fumo
  • Ictus
  • Aritmia cardiaca
  • Contraccezione orale
  • Vene varicose
  • Interventi chirurgici
  • Covid-19
  • Insufficienza cardiaca
  • Attacco di cuore
  • Embolia polmonare

Anche l’età è considerata un fattore di rischio, poiché sopra i 65 anni aumentano notevolmente le probabilità di sviluppare un coagulo di sangue.

Sintomi

I coaguli di sangue si evidenziano attraverso sintomi vari che possono differire a seconda della zona del corpo coinvolta.

Gambe o braccia

  • Dolore
  • Rigonfiamento
  • Sensazione di calore
  • Cambiamento di colore

Cuore

  • Dolore
  • Pesantezza al petto
  • Vertigini
  • Respiro affannoso
  • Traspirazione
  • Stordimento

Polmoni

  • Mancanza improvvisa di respiro
  • Dolore al petto
  • Capogiri
  • Tachicardia
  • Tosse con presenza di sangue

Cervello

  • Disturbi della vista
  • Difficoltà nel parlare
  • Mal di testa improvvisi e intensi

Addome

  • Sangue nelle feci
  • Diarrea
  • Nausea
  • Vomito
  • Dolore e gonfiore addominale

Coaguli di sangue: diagnosi e trattamento

La diagnosi di un coagulo di sangue basandosi solo sui sintomi risulta estremamente difficile. Secondo il centro per la prevenzione e il controllo delle malattie, quasi il 50 percento delle persone con coaguli di sangue non presenta sintomi.

La prevenzione e il trattamento dei coaguli di sangue coinvolgono principalmente l’uso di farmaci anticoagulanti, noti anche come “fluidificanti del sangue”, che rallentano la formazione di nuovi coaguli e impediscono l’ingrandimento di quelli esistenti. Il fluidificante più comunemente prescritto è l’Eparina non frazionata (UFH). Tuttavia, questo farmaco può comportare complicazioni come:

  • Emorragie interne
  • Ematomi
  • Irritazione cutanea
  • Colorazione bluastra della pelle
  • Prurito ai piedi

Inoltre, se utilizzato per un lungo periodo, può causare osteoporosi.

Il CBD e il sistema cardiovascolare

Il CBD, un composto non psicoattivo derivato dalla pianta di canapa light, sta guadagnando attenzione per il suo potenziale ruolo nel supporto al sistema cardiovascolare, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e analgesiche. Queste proprietà possono essere particolarmente utili nella gestione di patologie cardiovascolari, in quanto molti problemi legati al cuore, come ipertensione e arteriosclerosi, sono spesso aggravati da stati infiammatori e stress ossidativo.

Studi preliminari suggeriscono che il CBD possa contribuire a regolare la pressione sanguigna, un fattore chiave nella prevenzione di ictus e infarti. L’abbassamento della pressione arteriosa da parte del CBD potrebbe essere dovuto alla sua capacità di ridurre lo stress e l’ansia, migliorando così la risposta del corpo a situazioni di tensione. Inoltre, la sua azione di rilassamento dei vasi sanguigni favorisce un migliore flusso ematico, riducendo il rischio di ostruzioni e coaguli.

Il potenziale del CBD nel migliorare la circolazione è significativo anche per chi soffre di problemi legati all’accumulo di placca nelle arterie, poiché il miglioramento del flusso sanguigno riduce lo sforzo del cuore e limita il rischio di formazione di coaguli.

Come il CBD potrebbe influenzare i coaguli di sangue

Il CBD, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, potrebbe rappresentare una soluzione interessante per prevenire o gestire la formazione di coaguli di sangue. L’infiammazione cronica non solo danneggia i vasi sanguigni, ma crea un ambiente favorevole per la formazione di trombi, aumentando il rischio di ostruzioni arteriose e venose. Il CBD, agendo come modulatore del sistema endocannabinoide, potrebbe contribuire a ridurre questo stato infiammatorio cronico, limitando l’aggregazione delle piastrine e diminuendo così la probabilità di coaguli.

Un altro aspetto rilevante è la potenziale capacità del CBD di favorire la dilatazione dei vasi sanguigni, migliorando il flusso sanguigno. Studi preliminari indicano che il CBD può influenzare positivamente la circolazione, contribuendo a mantenere i vasi sanguigni più flessibili e meno suscettibili a ostruzioni. Inoltre, potrebbe inibire eccessivi processi di coagulazione, riducendo così il rischio di incidenti trombotici come ictus e infarti.

Uno studio del 2006 pubblicato su Phytomedicine, ha dimostrato come il cannabidiolo (Cbd) riduca in modo significativo la formazione di trombi. Secondo Medical Marijuana Research, la canapa potenzia l’effetto anticoagulante dei fluidificanti, influenzando direttamente le proprietà delle piastrine. Pertanto, potrebbe essere considerato un potenziale sostituto dei farmaci fluidificanti. Anche gli estratti con un rapporto 2:1 tra THC e CBD sono stati giudicati efficaci.

Tuttavia, è importante sottolineare che le ricerche sull’efficacia del CBD per trattare problemi legati ai coaguli di sangue sono ancora limitate, e sono necessari ulteriori studi clinici per confermare questi effetti.

Coaguli di sangue e CBD: in conclusione

Ricordiamo che l’articolo ha uno scopo puramente informativo e i prodotti menzionati non devono essere considerati come sostituti di medicinali. Ulteriori conferme sulle proprietà del CBD e sulle potenziali malattie curabili con cannabinoidi richiedono ulteriori studi scientifici.

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Domande frequenti su coaguli di sangue e CBD

Come sciogliere i coaguli di sangue naturalmente?

I coaguli di sangue devono essere trattati con cautela e sotto supervisione medica, poiché possono essere pericolosi e portare a complicazioni gravi come embolie o ictus. Rimedi naturali come aglio, curcuma, zenzero, alimenti ricchi di vitamina E e Omega-3, insieme a una buona idratazione e attività fisica regolare, possono aiutare a prevenire la formazione di coaguli di sangue. Tuttavia, se si sospetta la presenza di un coagulo, è fondamentale consultare un medico.

Quando non usare il CBD?

Il CBD è generalmente considerato sicuro, ma ci sono alcune circostanze in cui il suo uso dovrebbe essere evitato o valutato con attenzione. Ecco quando non usare il CBD o quando è necessario consultare un medico prima di farlo:

  • In gravidanza e allattamento: non ci sono abbastanza studi per dimostrare la sicurezza del CBD durante la gravidanza o l’allattamento, quindi è consigliabile evitare il suo uso in queste fasi;
  • In combinazione con alcuni farmaci: il CBD può interagire con alcuni farmaci, alterandone l’efficacia o aumentando il rischio di effetti collaterali, pertanto è fondamentale consultare un medico se si assumono farmaci;
  • In caso di problemi al fegato: il CBD viene metabolizzato principalmente nel fegato, quindi le persone con malattie epatiche o danni al fegato dovrebbero usare il CBD con cautela. Dosi elevate possono causare stress sul fegato e peggiorare la condizione;
  • Se si soffre di pressione bassa: il CBD può abbassare la pressione sanguigna. Chi soffre di ipotensione (pressione sanguigna bassa) dovrebbe prestare attenzione, poiché il CBD potrebbe ridurre ulteriormente la pressione, causando vertigini o svenimenti;
  • In presenza di allergie: sebbene raro, alcune persone possono essere allergiche ai componenti del CBD o agli ingredienti aggiuntivi nei prodotti a base di CBD. È importante fare attenzione a possibili reazioni allergiche, come eruzioni cutanee, prurito o gonfiore.

Come si eliminano i coaguli di sangue?

L’eliminazione dei coaguli di sangue deve essere fatta con estrema cautela e sotto supervisione medica. Ecco come possono essere trattati o eliminati in modo sicuro:

  • Farmaci anticoagulanti: i medici spesso prescrivono anticoagulanti. Questi farmaci non dissolvono il coagulo esistente, ma impediscono che cresca o che si formino nuovi coaguli, permettendo al corpo di sciogliere naturalmente il coagulo;
  • Trombolitici (farmaci che sciolgono i coaguli): in situazioni più gravi possono essere utilizzati farmaci trombolitici che sciolgono direttamente i coaguli. Questi farmaci devono essere somministrati in ospedale sotto stretta supervisione, poiché possono comportare un rischio di sanguinamento;
  • Filtro nella vena cava: in alcuni casi, i medici possono inserire un filtro nella vena cava (una grande vena che porta il sangue al cuore) per prevenire che i coaguli raggiungano i polmoni. Questo viene fatto quando i farmaci anticoagulanti non sono efficaci;
  • Interventi chirurgici o procedure minimamente invasive: nei casi più gravi, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere il coagulo, soprattutto se c’è il rischio di complicazioni immediate;
  • Modifiche dello stile di vita: una volta che il trattamento è iniziato, alcune modifiche dello stile di vita possono aiutare a prevenire la formazione di nuovi coaguli (attività fisica, mantenimento di un peso sano);
  • Evitare rimedi fai-da-te: è importante evitare rimedi casalinghi o naturali senza consultare un medico. I coaguli di sangue sono potenzialmente pericolosi e richiedono trattamenti medici appropriati.