L’Italia, grazie al suo clima mite, è perfetta per la coltivazione della canapa. Il nostro paese, infatti, è tra i maggiori produttori di cannabis al mondo. I motivi per coltivarla sono molteplici: può essere utilizzata in campo alimentare, farmaceutico, ricreativo e industriale, in particolar modo nei tessuti, nella carta e nella bioedilizia.
In Italia la coltivazione della canapa è legale, a patto che vengano seminate varietà caratterizzate da un basso contenuto di THC. Scegliere le sementi è fondamentale per iniziare a coltivare questa pianta. Tutto dipende da cosa si vuole ottenere e dalle condizioni climatiche della zona interessata.
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Perchè coltivare canapa?
La canapa light è una pianta molto semplice da coltivare, in quanto cresce in modo agevole e produce infiorescenze per buona parte dell’anno. Inoltre, non necessita di condizioni climatiche particolari, pertanto può essere coltivata in qualsiasi spazio adeguatamente attrezzato, anche indoor. Coltivare cannabis è un’attività da prendere in considerazione per molte ragioni: economiche, agronomiche ed ecologiche.
Dal punto di vista economico, si tratta di un’attività agricola che può diventare fonte di reddito. Come abbiamo visto, infatti, la canapa ha tantissime applicazioni possibili in diversi campi. Infiorescenze, semi, foglie, fibre possono essere utilizzate in tantissimi modi, rendendo la pianta tra le più versatili che l’uomo conosca.
Dal punto di vista agricolo e agroecologico, la cannabis è conosciuta come un’ottima coltura miglioratrice del terreno. Si tratta di un depurativo naturale del suolo: essa, infatti, è in grado di smaltire eventuali sostanze inquinanti presenti nel terreno.
Dal terreno alla raccolta
La canapa è coltivata in tutte le regioni a clima temperato/umido e necessita di un terreno soffice, profondo, permeabile e fertile. Nella prima fase di sviluppo un’eccessiva temperatura può causarne la fioritura precoce, nociva sia per la qualità sia per la quantità del prodotto. Questa pianta non teme il gelo, caratteristica che la rende coltivabile anche nel nord Italia. Se ben radicata, sopravvive anche ai lunghi periodi di siccità. L’unica cosa letale per la radice della cannabis è il ristagno idrico; per evitarlo è necessaria una buona lavorazione del terreno.
La canapa non necessita di molta acqua, pertanto non è obbligatorio effettuare le irrigazioni. Tuttavia, un impianto di irrigazione a goccia potrebbe essere la soluzione ideale. Per la concimazione solitamente viene utilizzato il letame, oppure un prodotto a base di fosforo, che favorisce la fioritura. La semina avviene in Primavera, possibilmente entro il mese di Marzo.
E’ importante ricordare che la canapa legale da fiore deve essere raccolta manualmente e delicatamente, mentre la canapa da seme può essere raccolta sia manualmente sia tramite dei macchinari, realizzati appositamente. Se si vuole ottenere la fibra, invece, vanno raccolti gli steli, con falciatrici tradizionali a denti e rotoimballatrici.
Coltivazione canapa: la scelta delle varietà
Le coltivazioni di canapa prevedono l’utilizzo di varietà specifiche. Le varietà industriali che si trovano sul mercato si dividono in dioiche e monoiche. Le dioiche generano piante maschili e piante femminili: dopo la fioritura, i maschi seccano e muoiono, mentre le femmine (solitamente i 2/3 della coltivazione) portano a maturazione i semi. Le monoiche, invece, sono piante ermafrodite, riescono quindi a far nascere fiori maschili e femminili dalla stessa pianta.
Per capire quali siano le varietà di canapa industriale più diffuse bisogna quindi distinguer il tipo di coltura. Se si coltiva per raccogliere gli steli e per ottenerne quindi biomassa, allora è preferibile usare varietà dioiche come: Carmagnola, Carmagnola Selezionata (o CS), Fibranova, Tiborszallasi. Se invece si coltiva per raccogliere il seme, è necessario utilizzare varietà monoiche, e tra queste le più utilizzate attualmente in Italia sono: Futura, Felina e Uso 31.
Le varietà monoiche sono più indicate per i climi freddi e molto piovosi come quelle del Nord Italia. Le condizioni eccellenti per la coltivazione dell’erba si trovano andando a sud di Firenze, lungo la costa occidentale del Mediterraneo.
Ad ogni modo è importante che tutte le qualità di canapa sativa siano certificate e inserite nel Registro delle Sementi dell’Unione Europea.
Domande frequenti su coltivazione canapa
Quanto si guadagna con un ettaro di canapa?
Il guadagno per un ettaro di canapa può variare in base a diversi fattori, come la destinazione d’uso (fibra, semi, fiori per il CBD), il metodo di coltivazione e il mercato locale. Ecco una panoramica approssimativa:
- Fibra di canapa: la produzione di fibra ha margini più bassi rispetto ad altri usi. Si stima un guadagno netto di circa 1.000-2.500 euro per ettaro, a seconda della resa e dei costi di produzione. Tuttavia, la richiesta di fibra per usi industriali come la bioedilizia sta aumentando, il che potrebbe migliorare i margini;
- Semi di canapa: la coltivazione per i semi può generare un guadagno di 2.000-3.000 euro per ettaro, dato che i semi sono molto richiesti per l’industria alimentare e cosmetica;
- Fiori per il CBD: la coltivazione per la produzione di fiori destinati all’estrazione di CBD è quella più redditizia. A seconda della qualità e della resa, si può arrivare a guadagni che vanno da 10.000 fino a 50.000 euro per ettaro. Tuttavia, questo richiede investimenti maggiori in termini di cura della pianta, raccolta e lavorazione.
Quale canapa si può coltivare in Italia?
In Italia, è legale coltivare canapa industriale appartenente alle varietà di Cannabis sativa che sono incluse nell’elenco delle varietà ammesse dall’Unione Europea. Queste varietà devono avere un contenuto di THC inferiore allo 0,2% durante la coltivazione, con una tolleranza fino allo 0,6% nel prodotto finale. Questo limite è stabilito dalla normativa italiana in conformità con le direttive europee sulla coltivazione della canapa industriale. Tra le varietà più coltivate in Italia ci sono:
- Carmagnola e Carmagnola selezionata: varietà italiane tradizionali, apprezzate per la produzione di fibra e semi;
- Futura 75: una varietà francese utilizzata sia per la fibra che per i semi;
- Finola: molto popolare per la produzione di semi di canapa.
Queste varietà sono utilizzate per produrre fibra, semi, fiori (per estrarre CBD), e altri prodotti derivati dalla canapa, in settori come l’alimentare, la cosmetica e la bioedilizia.
Che permessi servono per coltivare canapa legale?
Per coltivare canapa legale in Italia, non è necessario un permesso speciale, ma ci sono alcune regole da seguire in conformità alla legge 242 del 2016, che regola la coltivazione di canapa industriale. Ecco i requisiti principali:
- Varietà di canapa: è obbligatorio coltivare solo varietà di Cannabis sativa presenti nell’elenco delle varietà ammesse dall’Unione Europea, con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%. Se durante i controlli il THC supera il limite legale, ma rimane sotto lo 0,6%, il coltivatore non è soggetto a sanzioni penali;
- Certificazione delle sementi: è necessario acquistare le sementi da fornitori autorizzati e conservare le etichette dei sacchi e la fattura di acquisto per almeno un anno, in caso di controlli da parte delle autorità;
- Comunicazione: non è richiesto un permesso specifico, ma è consigliabile informare la prefettura locale o i carabinieri per evitare problemi durante eventuali controlli;
- Uso consentito: la coltivazione della canapa legale è permessa per scopi come la produzione di fibra, semi, prodotti per l’alimentazione e cosmetici, ma non per uso ricreativo;
- Controlli e monitoraggio: le forze dell’ordine possono effettuare controlli sui campi per verificare i livelli di THC. Se la canapa supera i limiti consentiti, possono distruggere il raccolto.