Oggi è una giornata molto significativa! Inizia infatti un lungo processo legislativo che prevede la possibilità di coltivare cannabis a livello domestico. Il testo è ora pronto per essere discusso in Aula, con una modifica alle sanzioni per episodi di lieve entità e per associazioni criminali.
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Quante piante di cannabis si possono coltivare in Italia?
Via libera alla coltivazione e alla detenzione domestica di cannabis, fino a un massimo di quattro piante. Sono state riviste alcune parti del sistema sanzionatorio complessivo; gli effetti della lieve entità di produzione, acquisto e cessione di stupefacenti sono stati resi più complessi; è stato ridisegnato il confine tra comportamenti penalmente rilevanti e quelli puniti solo a livello amministrativo per quanto riguarda la cannabis; sono state inasprite le misure per l’abbandono di siringhe. Questi sono i punti chiave del disegno di legge che introduce una serie di modifiche al Testo unico sugli stupefacenti, approvato in commissione Giustizia alla Camera e che da oggi, mercoledì 29 giugno, sarà esaminato in Aula.
La richiesta principale è quella di rendere esenti da sanzioni (sia penali che amministrative) la coltivazione e la detenzione personale di 4 piante femmine di marijuana legale.
E se si supera il limite di coltivazione di cannabis?
Oltre il limite di 4 piante, l’uso sarà considerato personale e sanzionato solo sul piano amministrativo se la coltivazione domestica di cannabis presenta le seguenti caratteristiche:
- minima dimensione;
- rudimentalità delle tecniche utilizzate;
- scarso numero di piante, anche se superiore a 4;
- assenza di indizi di inserimento nel mercato degli stupefacenti.
Altre modifiche al Testo unico
Sono state introdotte delle modifiche al Testo unico riguardanti le reclusioni e le multe (attualmente di 8-22 anni e di 25.822-309.874 euro). La revisione delle sanzioni prevede una riduzione della pena detentiva massima da 22 a 20 anni, un aumento della pena pecuniaria minima da 25.822 a 31.000 euro e una riduzione della pena pecuniaria massima da 309.874 a 301.000 euro.
Inoltre, quando le attività illecite di cessione o commercializzazione di droghe “leggere” (tabelle II e IV) sono condotte da un soggetto autorizzato, è prevista una reclusione da 3 a 8 anni e una multa da 15.000 a 150.000 euro. Questo rappresenta un aumento significativo rispetto alla pena attuale, che varia da 2 a 6 anni di reclusione con una multa da 5.164 a 77.468 euro.
Distinzione degli stupefacenti
Attualmente, la legge non distingue tra i vari tipi di stupefacenti e applica indistintamente ai reati di lieve entità una pena di reclusione da 6 mesi a 4 anni e una multa da 1.032 a 10.329 euro. Il nuovo disegno di legge distingue finalmente tra droghe pesanti e droghe leggere, stabilendo limiti inferiori agli attuali per quest’ultime: reclusione da due mesi a due anni e multa fino a 2.000 euro.
In conclusione
Siamo consapevoli che sarà un percorso lungo e complesso, ma è fondamentale informare il pubblico. L’opinione pubblica è indispensabile per supportare questo cambiamento.
Noi, come sempre, vi terremo aggiornati!
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Domande frequenti sulla coltivazione di cannabis
Che permessi servono per coltivare canapa legale?
Per coltivare canapa legale, è necessario ottenere i permessi e rispettare le regolamentazioni locali e nazionali. Le specifiche normative possono variare da paese a paese, ma generalmente è richiesto quanto segue:
- Autorizzazione governativa: spesso è necessario ottenere un’autorizzazione o una licenza governativa. Questo può includere la registrazione presso un’autorità competente o l’ottenimento di un permesso specifico per la coltivazione di canapa a fini commerciali o di ricerca;
- Conformità alle leggi locali: è importante conoscere le leggi e i regolamenti locali per la coltivazione della canapa;
- Controllo della THC: in molti paesi, è richiesto che le piante di canapa coltivate abbiano un tenore di THC inferiore ad una determinata soglia stabilita dalla legge per essere considerate legali. Di conseguenza, potrebbe essere necessario testare le colture per assicurarsi che rispettino questi limiti;
- Rispetto delle normative agricole: oltre alle leggi specifiche sulla canapa, è necessario rispettare le normative agricole generali che regolano la coltivazione delle piante, ad esempio in materia di uso di pesticidi, gestione delle acque e delle risorse naturali;
- Documentazione e tenuta dei registri: è importante mantenere registri e documentazione relativi alla coltivazione della canapa, inclusi dettagli sulle varietà coltivate, le pratiche agricole impiegate, i test di laboratorio sui livelli di THC e altri aspetti della produzione.
Quanto si guadagna con un ettaro di canapa?
Il guadagno derivante dalla coltivazione di un ettaro di canapa può variare notevolmente in base a diversi fattori, tra cui:
- Varietà di canapa: alcune varietà di canapa sono più redditizie di altre, a seconda del loro contenuto di cannabinoidi, della qualità delle fibre o dei semi prodotti;
- Resa per ettaro: la resa media per ettaro dipende dalla densità di piantagione, dalle pratiche colturali e dalle condizioni di crescita. In generale, la resa può variare da diverse centinaia a diverse migliaia di chilogrammi di materiale vegetale (fiori, foglie, fibre, semi) per ettaro;
- Prezzi di mercato: i prezzi di mercato dei prodotti di canapa possono variare notevolmente a seconda della domanda e dell’offerta locali, della qualità del prodotto e del mercato di destinazione;
- Costi di produzione: i costi associati alla coltivazione della canapa includono i costi delle sementi, dei fertilizzanti, delle spese per la terra e l’irrigazione, del lavoro agricolo e della raccolta, nonché i costi di trasformazione e distribuzione del prodotto finito;
- Normative governative: le normative governative possono influenzare significativamente la redditività della coltivazione di canapa.
Data questa varietà di fattori, è difficile fornire una cifra esatta sul guadagno da un ettaro di canapa. Tuttavia, con un’attenta pianificazione, una gestione efficiente e un mercato favorevole, la coltivazione di canapa può essere redditizia per gli agricoltori.
Quanto ci vuole a coltivare cannabis?
Il tempo necessario per coltivare cannabis, una delle droghe leggere più utilizzate, dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di pianta (autofiorenti o fotoperiodiche), le condizioni ambientali, il metodo di coltivazione e le preferenze del coltivatore. Ecco una panoramica generale:
- Cannabis autofiorente: le piante di canapa autofiorente hanno un ciclo di vita più breve rispetto alle varietà fotoperiodiche. Di solito, possono richiedere circa 8-12 settimane, a seconda della varietà specifica e delle condizioni di crescita;
- Cannabis fotoperiodiche: le piante fotoperiodiche richiedono un ciclo di luce specifico per fiorire. Il tempo necessario per coltivarle dipende principalmente dalla fase di crescita vegetativa e dalla fase di fioritura. La fase vegetativa può durare da alcune settimane fino a diversi mesi, a seconda delle preferenze del coltivatore e della dimensione della pianta desiderata. La fase di fioritura può variare da 7 a 14 settimane o più, a seconda della varietà e delle condizioni di crescita;
- Condizioni ambientali: la temperatura, l’umidità, l’illuminazione e altri fattori ambientali possono influenzare significativamente il tempo di crescita delle piante di cannabis;
- Metodo di coltivazione: il metodo di coltivazione utilizzato, come la coltivazione indoor, outdoor o in serra, può influenzare il tempo necessario per coltivare cannabis. Le piante coltivate indoor possono essere portate più rapidamente alla fioritura rispetto alle piante outdoor, che dipendono dalle stagioni e dalle condizioni climatiche.
📖 Fonti Scientifiche e Bibliografia