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Esame del capello: cosa rileva l’uso occasionale di CBD?

L’esame del capello è uno dei test più avanzati e precisi per rilevare l’uso di sostanze stupefacenti. Questo tipo di analisi è spesso richiesto in ambiti lavorativi o legali, poiché consente di individuare il consumo di droghe nel lungo termine. Tuttavia, quando si parla di CBD (cannabidiolo), sostanza non psicoattiva estratta dalla pianta di cannabis, ci sono alcune considerazioni importanti da fare riguardo alla sua rilevabilità nei test, soprattutto se consumato occasionalmente.

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Come funziona l’esame del capello?

L’esame del capello è un metodo di rilevamento a lungo termine che consente di individuare l’uso di droghe anche mesi dopo l’assunzione. A differenza del test delle urine o del sangue, che riflettono l’uso recente di sostanze, l’esame del capello fornisce una panoramica a lungo termine del consumo di droghe, rilevando l’uso fino a 90 giorni prima. Questo è possibile perché, quando una sostanza viene ingerita o fumata, i suoi metaboliti si depositano nei follicoli piliferi e vengono intrappolati nella struttura del capello durante la sua crescita. I campioni prelevati vengono analizzati in laboratorio, dove le sostanze o i loro metaboliti vengono rilevati e quantificati.

Oltre ad essere efficace nel rilevamento a lungo termine, l’esame del capello è difficile da alterare o falsificare. Lavaggi o trattamenti cosmetici non rimuovono i metaboliti già depositati nel capello, e per questo motivo, il test è considerato affidabile per valutare l’uso cronico di droghe.

Cosa rileva l’esame del capello?

L’esame del capello è progettato per rilevare sostanze che causano dipendenza e sono comunemente abusate, come cocaina, eroina, amfetamine e THC, il composto psicoattivo della cannabis. Queste sostanze vengono metabolizzate dall’organismo e i loro metaboliti restano “imprigionati” nei capelli, rendendo possibile la loro individuazione anche molto tempo dopo l’uso.

Tuttavia, non tutte le sostanze sono rilevate da questo tipo di test. Ad esempio, il CBD (cannabidiolo), un altro composto presente nella pianta di cannabis light, non viene normalmente rilevato durante un esame del capello. Il motivo principale è che il CBD non è una sostanza psicoattiva e non è considerato illegale nella maggior parte dei paesi. I test di routine sono progettati per rilevare sostanze illecite o con potenziale di abuso che alterano la funzione cerebrale o provocano dipendenza.

La differenza tra CBD e THC nell’esame del capello

Il THC, responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis, viene spesso testato nei controlli antidroga, poiché è associato all’uso ricreativo e illegale di marijuana. Il CBD, d’altra parte, non è soggetto agli stessi controlli. Questo è dovuto al fatto che il CBD non provoca effetti psicoattivi, è legale in molte regioni e viene spesso utilizzato a scopi terapeutici, come nel trattamento di ansia, dolore e infiammazione.

Tuttavia, c’è un’importante considerazione: molti prodotti a base di CBD, soprattutto se non regolamentati, possono contenere piccole quantità di THC. Sebbene queste tracce di THC siano spesso ben al di sotto dei livelli legali, in caso di uso prolungato o massiccio di questi prodotti, esiste la possibilità che il THC possa accumularsi nel corpo e quindi essere rilevato durante un esame del capello.

L’importanza della qualità dei prodotti a base di CBD

Chi consuma regolarmente CBD e potrebbe essere soggetto a esami del capello dovrebbe prestare attenzione alla qualità e alla composizione dei prodotti che utilizza. È fondamentale acquistare prodotti da CBD Shop affidabili e certificati che garantiscono livelli di THC conformi alla normativa legale vigente. Questo aiuterà a evitare problemi durante i test antidroga, specialmente in ambiti lavorativi o legali dove il THC è vietato.

Esame capello: uso occasionale di CBD

Il consumo occasionale di prodotti contenenti solo CBD, come olio di CBD o edibili, generalmente non viene rilevato dagli esami del capello, poiché questi test sono progettati principalmente per identificare sostanze illecite o psicoattive, come il THC. Il CBD, essendo non psicoattivo e legale in molte regioni, non viene incluso negli esami standard per le droghe. Tuttavia, è essenziale prestare attenzione alla qualità dei prodotti a base di CBD acquistati.

Molti prodotti di bassa qualità o non regolamentati possono contenere tracce di THC in quantità superiori a quelle legali, solitamente fissate allo 0,2% o 0,3%, a seconda del paese. Sebbene queste piccole tracce siano considerate legali, in caso di consumo prolungato o di grandi dosi, si potrebbe accumulare una quantità di THC sufficiente da essere rilevata nell’esame del capello.

Questo può accadere poiché i follicoli piliferi memorizzano i metaboliti delle sostanze che passano attraverso il corpo, e quindi se si utilizzano frequentemente prodotti con CBD contaminato o con THC oltre i limiti consentiti, vi è il rischio che il THC venga rilevato. In questo caso, nonostante l’uso di CBD, un risultato positivo potrebbe essere interpretato come consumo di THC.

Esame capello uso occasionale: conclusioni

L’uso occasionale di CBD puro e di erba legale non dovrebbe essere un problema per l’esame del capello. Tuttavia è necessario assicurarsi che il prodotto utilizzato sia conforme agli standard legali e di qualità, per evitare tracce di THC che potrebbero compromettere l’esito del test.

 

Domande frequenti su esame capello uso occasionale di CBD

Quanto durano le tracce di droga nel capello?

Le tracce di droga possono rimanere nei capelli per un periodo di tempo molto lungo, generalmente fino a 90 giorni o anche più. Poiché i capelli crescono circa 1 cm al mese, un test sui capelli può rilevare l’uso di droghe fino a tre mesi prima, a seconda della lunghezza del campione analizzato. In alcuni casi, se si prelevano campioni più lunghi, le tracce di droga possono essere rilevate per periodi ancora più lunghi.

Cosa NON fare prima dell’esame del capello?

Prima di un esame del capello, ecco cosa non fare per evitare alterazioni o problemi con il test:

  1. Non tingere o decolorare i capelli: trattamenti chimici possono influire sui risultati dell’esame, compromettendone l’accuratezza;
  2. Non usare shampoo speciali per “detox”: questi prodotti, pubblicizzati per eliminare tracce di sostanze, non sono generalmente efficaci e possono destare sospetti;
  3. Non radere completamente i capelli: i capelli devono essere presenti per il test. Se vengono rasati, l’esame potrebbe essere rinviato o potrebbero essere prelevati campioni da altre parti del corpo (barba, peli del corpo);
  4. Non usare prodotti chimici aggressivi: evitate l’uso eccessivo di lacche, gel o prodotti che possono alterare la struttura del capello;
  5. Non sottoporsi a trattamenti aggressivi per la cute: procedure come peeling chimici o trattamenti abrasivi sul cuoio capelluto possono influenzare l’esame.

Seguendo queste precauzioni, l’esame del capello sarà più accurato e affidabile.