La dipendenza da oppiacei è una condizione psicopatologica molto seria. E’ caratterizzata dall’uso compulsivo di oppiacei e colpisce solo in Europa 1,5 milioni di persone. In USA nel 2022 questa condizione ha provocato quasi un milione di morti per overdose da oppioidi legali, come i farmaci ad azione analgesica, e illegali, come l’eroina. Da anni le ricerche sul CBD indagano sulle sue potenziali proprietà benefiche e alcuni studi si sono concentrati proprio sulla correlazione tra oppiacei e CBD. Pare, infatti, che il cannabidiolo sia in grado di alleviare i sintomi di astinenza che si presentano nel momento in cui si smette di assumere oppiacei.
Ma vediamo nel dettaglio di cosa di tratta!
Che cos’è la dipendenza da oppiacei?
La dipendenza da oppiacei è un disturbo psicologico complesso caratterizzato dall’uso improprio di sostanze oppioidi, sia legali, come fentanyl e morfina, sia illegali, come eroina e oppio. Questi farmaci, noti per le loro proprietà analgesiche e antidolorifiche, vengono prescritti per il trattamento di condizioni dolorose, ma possono causare dipendenza se utilizzati in modo errato.
Il disturbo da uso di oppiacei (OUD) è una patologia cronica e recidivante che rappresenta una grave emergenza sanitaria, specialmente negli Stati Uniti, dove causa circa 50.000 decessi all’anno. Gli oppioidi agiscono nel cervello attivando i recettori oppioidi, un meccanismo che aumenta il rilascio di dopamina, provocando una sensazione di euforia. Questo effetto gratificante può indurre le persone a ripetere l’uso della sostanza.
Sebbene gli oppioidi possano essere sicuri ed efficaci come antidolorifici, il loro uso dovrebbe limitarsi a periodi brevi e seguire rigorosamente le prescrizioni mediche. L’uso prolungato o in dosi superiori a quelle raccomandate aumenta il rischio di dipendenza e di effetti negativi.
Cause della dipendenza da oppiacei
Le ragioni che spingono le persone a fare uso o abuso di oppioidi possono variare, ma spesso includono fattori come:
- Ansia e depressione;
- Frustrazione o stress;
- Esclusione sociale;
- Dolore cronico o malattie persistenti.
Sintomi della dipendenza da oppiacei
La dipendenza da oppiacei può manifestarsi con una varietà di sintomi fisici, psicologici e comportamentali. Non sempre è facile riconoscerla, ma alcuni segnali possono indicare la presenza del disturbo.
Sintomi fisici:
- Sonnolenza o perdita di conoscenza;
- Confusione mentale;
- Stitichezza cronica;
- Pupille ristrette;
- Sbalzi d’umore;
- Euforia;
- Perdita di peso;
- Trascuratezza nell’igiene personale.
Sintomi psicologici e comportamentali:
- Isolamento sociale e familiare;
- Frequenti visite a diversi medici per ottenere nuove prescrizioni;
- Denunce di farmaci smarriti o rubati;
- Errori o disattenzioni a lavoro o scuola;
- Disinteresse verso attività o relazioni significative;
- Comportamenti illegali, come furti.
Oppiacei e CBD: la cannabis può curare la dipendenza?
Attualmente esistono dei farmaci per trattare l’OUD, classificati come agonisti e agonisti parziali, che agiscono come gli oppiacei ma provocano meno dipendenza, e antagonisti, che inibiscono gli effetti.
I primi due gruppi, però, possono avere effetti collaterali simili a quelli causati dall’eroina e causare depressione respiratoria, nausea e stitichezza. Gli antagonisti, invece, possono inibire l’azione sedativa di un antidolorifico oppiaceo.
Ad oggi il trattamento di mantenimento con metadone (MMT), un agonista, è la forma più utilizzata nei pazienti che abusano di oppiacei.
In uno studio effettuato sugli animali, i ricercatori hanno esaminato gli effetti del cannabidiolo sull’uso di eroina e hanno scoperto che gli effetti del CBD duravano ben due settimane dopo la sua somministrazione, mentre il metadone deve essere somministrato quotidianamente. La ricerca sottolineava anche la potenziale efficacia del CBD nel diminuire l’effetto degli oppiacei sul sistema nervoso centrale. Il cannabidiolo non dà assuefazione e se assunto nelle dosi raccomandate, i suoi effetti collaterali si riducono ai minimi, inoltre non è possibile andare in Overdose da Cannabis, nonostante le diverse leggende metropolitane che circolano.
Il Dottor Dustin Sulak, fondatore e direttore di Integr8 Health, ha dichiarato che la cannabis migliora l’effetto analgesico degli oppiacei e impedisce il graduale aumento delle dosi e della tolleranza. Inoltre, ha dichiarato che il CBD può essere utile per trattare anche i sintomi dell’astinenza, quali nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, ansia, spasmi muscolari, insonnia, traspirazione e rinorrea.
Tuttavia, è importante essere consapevoli che l’uso di cannabinoidi può anche portare a una propria sindrome di astinenza, caratterizzata da sintomi come irritabilità, ansia e disturbi del sonno. Per ulteriori dettagli, consulta l’articolo “Astinenza da Cannabinoidi“.
Il nuovo studio
Recentemente è stato pubblicato un rapporto sul “Southern Economic Journal” dagli economisti del Wofford College nella Carolina del Sud e della California State University Bakersfield. In questa ricerca si evidenzia il fatto che l’acquisto legale di CBD riduce il tasso di prescrizione degli oppiodi, che, come abbiamo sottolineato, in America rappresenta un problema molto serio. Gli esperti hanno riscontrato una riduzione compresa tra il 6,6% e l’8,1%. Essi affermano che “In generale, troviamo che la legalizzazione a livello statale dei prodotti CBD porta solo ad una riduzione statisticamente significativa delle prescrizioni di oppioidi quando gli stati consentono anche dispensari aperti e legali“. Inoltre “è necessario un adeguato accesso dal lato dell’offerta per realizzare i potenziali benefici della legalizzazione”.
Gli scienziati, quindi, sottolineano come la legalizzazione a livello federale del CBD non sia sufficiente se non è accompagnata da iniziative collaterali che consentono a tutti l’accesso al prodotto e anche alle corrette informazioni.
Questo rapporto fornisce la prova di 3 aspetti fondamentali:
- la legalizzazione statale della prescrizione di CBD da sola non riduce l’uso di oppioidi;
- le normative sugli acquisti limitati annullano quasi tutti i vantaggi della legalizzazione dal lato della domanda;
- l’accesso dal lato dell’offerta è fondamentale per combattere la dipendenza da oppioidi.
“Il nostro articolo fornisce importanti prove preliminari del fatto che il CBD può effettivamente ridurre i tassi di prescrizione di oppioidi” afferma lo studio, sottolineando che la maggior parte delle ricerche effettuate fino ad oggi sull’uso di cannabis e oppioidi si sono concentrate principalmente sul THC. “Anche se i prodotti a base di CBD potrebbero non essere necessariamente la panacea con cui vengono commercializzati, sembrano essere sostituti netti degli oppioidi”, continuano gli esperti. Naturalmente, la presenza di regole rigide per quanto riguarda l’accesso al CBD, andrebbe contro il beneficio del cannabidiolo stesso e non aiuterebbe certamente a ridurre il numero di dipendenze.
La correlazione tra oppiacei e CBD va sicuramente approfondita, dato che gli studi hanno comunque indicato che maggiore è l’accesso alla cannabis legale, minore è il consumo generale di oppioidi.
Oppiacei e CBD: in conclusione
Le ricerche stanno lavorando per poter permettere di utilizzare il CBD come farmaco per trattare varie forme di dipendenza.
Si raccomanda di consultare sempre il proprio medico prima di procedere con l’assunzione.
Vi ricordiamo che l’articolo è a solo scopo informativo, non va considerato come un suggerimento terapeutico e i prodotti non vanno intesi come medicinali o sostituti di essi. Per ulteriori conferme circa le proprietà del CBD ed i suoi utilizzi dobbiamo attendere nuovi studi scientifici.
Domande frequenti su oppiacei e CBD
Che cosa fa il CBD?
Il CBD è noto per i suoi numerosi effetti benefici. Ecco cosa fa:
- Effetti rilassanti: aiuta a ridurre lo stress e l’ansia senza causare effetti psicoattivi come il THC;
- Proprietà antinfiammatorie: riduce l’infiammazione, rendendolo utile per condizioni come l’artrite e il dolore muscolare;
- Allevia il dolore: viene utilizzato per trattare dolori cronici, neuropatici e muscolari;
- Migliora il sonno: aiuta a migliorare la qualità del sonno e a ridurre l’insonnia;
- Supporto per l’epilessia: è utilizzato in alcuni trattamenti per l’epilessia, in particolare nelle forme di epilessia resistente ai farmaci;
- Proprietà ansiolitiche: può ridurre i sintomi dell’ansia e aiutare a gestire disturbi d’ansia generalizzati;
- Supporto nella gestione della depressione: alcuni studi suggeriscono che il CBD potrebbe avere effetti antidepressivi.
Il CBD è generalmente ben tollerato e non provoca effetti psicoattivi, ma può essere utilizzato per una vasta gamma di condizioni terapeutiche.
Quali sostanze fanno parte degli oppiacei?
Gli oppiacei sono una classe di farmaci derivati dall’oppio o sintetizzati per imitare i suoi effetti. Queste sostanze agiscono sui recettori degli oppioidi nel cervello, alleviando il dolore e producendo effetti euforici. Ecco alcune delle principali sostanze che fanno parte degli oppiacei:
- Oppiacei naturali (derivati direttamente dall’oppio): Morfina, Codeina;
- Oppiacei semi-sintetici (derivati chimicamente da oppiacei naturali): Eroina, Ossicodone, Idrocodone, Idromorfone;
- Oppioidi sintetici (interamente creati in laboratorio): Fentanil, Metadone, Tramadolo.
Queste sostanze possono essere molto efficaci per il controllo del dolore, ma presentano anche un alto rischio di dipendenza e abuso, soprattutto quando utilizzate a dosi elevate o per lunghi periodi di tempo.
Che differenza c’è tra oppiacei e oppioidi?
La differenza tra oppiacei e oppioidi sta nella loro origine e classificazione.
Gli oppiacei sono sostanze naturali derivate direttamente dalla pianta del papavero da oppio e sono tra i più antichi farmaci conosciuti per il trattamento del dolore. Alcuni esempi sono: Morfina, Codeina, Oppio.
Il termine oppioide, invece, è più ampio e comprende tutte le sostanze (naturali, semi-sintetiche e sintetiche) che agiscono sui recettori degli oppioidi nel cervello.