La cannabis si sa, è una delle piante più versatili che l’uomo conosca. Foglie, fiori, semi, resina, fibre, legno da secoli si utilizzano per ricavarne innumerevoli derivati, come farine, latte, miele e olio di cocco alla cannabis, caramelle, prodotti cosmetici e tanti altri. Tuttavia, c’è un’altra parte della pianta, meno conosciuta, che fin dall’antichità veniva usata in ambito medico: le radici di cannabis.
Le radici meritano la stessa attenzione delle altre parti della pianta, poiché svolgono ruoli fondamentali in diversi settori, da quello industriale a quello olistico. Ma come possono essere utilizzate le radici di canapa legale? E quali benefici possono apportare? Scopriamolo insieme!
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Le radici di cannabis nell’antichità
Al giorno d’oggi, le radici della cannabis si usano piuttosto raramente. Di solito, dopo la raccolta delle piante, vengono semplicemente gettate nella spazzatura. In realtà, però, per migliaia di anni le radici sono state utilizzate a scopi terapeutici.
Uno dei primi riferimenti scritti al consumo di cannabis risale al 2700 a.C. in Cina. Nel Shennong pên Ts’ao ching, uno dei libri di medicina cinese più antico, si cita l’uso delle radici di cannabis come rimedio contro il dolore. Gli antichi cinesi utilizzavano ogni parte della cannabis per i loro medicinali, facendo particolare attenzione proprio alle radici. Prima le facevano asciugare, poi le macinavano fino a polverizzarle e infine confezionavano una pasta con del succo fresco estratto dalla pianta stessa.
Inoltre, il loro uso per trattare le eruzioni è documentato già nell’antica medicina greca. Un articolo medico, infatti, racconta come in India le radici fossero bollite insieme ad altre foglie per preparare cataplasmi da applicare sulle abrasioni cutanee. Questa antica usanza è citata in diversi studi recenti, che sottolineano l’effetto analgesico e sedativo delle radici.
Tuttavia i cinesi utilizzavano le radici anche per ricavarne il succo, usato come diuretico o addirittura per fermare le emorragie durante il parto, e come componente della polvere da sparo. Una volta asciutte, macinate e tostate, infatti, erano mescolate con il bambù, la resina di pino ed altre sostanze per la creazione di munizioni per i razzi e per una specie di granata a mano che utilizzavano in ambito militare.
Perché utilizzarle
Gli studi scientifici relativi agli effetti delle radici di cannabis sono ancora molto limitati. Tuttavia, i pochi dati ottenuti fino ad oggi sono promettenti e lasciano sperare ad una loro introduzione nell’ambito terapeutico futuro.
Un articolo pubblicato nel 2017 sulla rivista Cannabis and Cannabinoid Research sottolinea che:
“I dati attualmente disponibili sulla farmacologia dei componenti all’interno delle radici della cannabis supportano in modo significativo i resoconti storici ed etnobotanici che ne attestano l’efficacia sul piano clinico. Di conseguenza, emerge la necessità di riesaminare i vari impieghi della radice nel trattamento di condizioni infiammatorie e maligne, utilizzando tecniche scientifiche moderne.”
I ricercatori evidenziano i motivi per cui le radici potrebbero offrire potenziali effetti terapeutici. Ad esempio, citano la friedelin per le sue potenziali capacità protettive a livello epatico, e i chetoni triterpenici pentaciclici (molecole presenti nelle radici) per i loro effetti antinfiammatori e antimicrobici.
Le radici della cannabis contengono, inoltre, piccole quantità di colina, un potente macronutriente che svolge un ruolo fondamentale in diversi processi fisiologici, come ad esempio le funzioni nervose, lo sviluppo cerebrale e livelli/riserve di energia.
Radici di cannabis: i benefici
I benefici dell’utilizzo di radici di cannabis riconosciuti ad oggi sono molti, anche se necessitano di ulteriori studi approfonditi. Per lungo tempo l’uomo le utilizzava come integratori alimentari a sostegno del benessere. Tra i principali benefici troviamo:
- Riduzione dell’infiammazione: fino all’inizio del 20° secolo, negli Stati Uniti i medici consigliavano decotti di radici di cannabis per il trattamento dell’infiammazione. Esse contengono, infatti, diversi chetoni triterpenici pentaciclici, composti usati per i loro effetti antimicrobici e antinfiammatori;
- Eliminazione di cellule tumorali: sebbene la ricerca sia ancora agli inizi, le radici della cannabis possono avere proprietà efficaci contro il cancro. I chetoni pentaciclici triterpenici nelle radici, infatti, provocherebbero l’apoptosi, ossia la morte cellulare programmata nelle cellule tumorali;
- Rafforzamento delle membrane cellulari: le radici contengono piccole quantità di colina, essenziale precursore dei nutrienti alimentari del neurotrasmettitore acetilcolina. Si tratta di una sostanza fondamentale per lo sviluppo e il mantenimento di membrane cellulari sane;
- Protezione del fegato: nel 1971 è stato dimostrato che l’estratto di etanolo dalle radici di cannabis conteneva friedelin, un antiossidante con proprietà di conservazione e protezione del fegato;
- Proprietà lenitive per la pelle: le radici di cannabis essiccate possono essere facilmente incorporate nelle creme per applicazioni locali. In infusione con olio di oliva, di cocco e vari oli essenziali, infatti, favoriscono la guarigione.
Controindicazioni
Vi abbiamo riportato i principali effetti benefici delle radici di marijuana light. Tuttavia, esse contengono anche un’elevata quantità di alcaloidi, in particolare pirrolidina e piperidina. Queste sostanze, se assunte in dosi eccessive, possono risultare tossiche. Pertanto si consiglia sempre di consultare un medico o uno specialista prima di apportare modifiche al proprio regime alimentare. È importante anche evitare di consumare radici di cannabis per periodi prolungati.
Inoltre, è rilevante considerare gli effetti che l’assunzione di cannabis può avere il giorno successivo. Gli effetti di una canna il giorno dopo, come sonnolenza e riduzione delle capacità cognitive, possono influire negativamente sul benessere generale e sulle attività quotidiane.
Come utilizzare le radici
Il lavaggio e la macinatura delle radici della cannabis è una procedura che si è continuata ad utilizzare fino ai giorni nostri, per la preparazione di balsami per le labbra, creme o olio di canapa. Una volta macinate nel mortaio, le radici vengono bollite nell’acqua con dell’olio, in maniera da dissolvere i cannabinoidi e i terpeni. Successivamente, si separa il prodotto dall’acqua e si surgela per essere poi mischiato con della c’era d’ape o con delle spezie. Per esempio, se si aggiunge il pepe nero si ottiene un rimedio casalingo per l’artrite e i dolori muscolari.
Un altro metodo di assunzione è dettato dall’antica medicina cinese, che suggerisce di preparare una tisana alla canapa ricostituente. Il procedimento è piuttosto semplice: bisogna pulire le radici accuratamente, tagliarle a pezzettini, macinarle fino a renderle polvere e farle asciugare fino a che non perdano l’umidità. Successivamente basterà prendere una piccola quantità di polvere e farla bollire in un litro di acqua per avere un ottimo infuso.
Le radici, inoltre, sono adatte per la preparazione di una sorta di birra fatta in casa. A tale scopo, bisogna far bollire la polvere insieme a una sostanza aromatizzante (come ad esempio bastoncini di cannella o anice) per 12 ore in una pentola di coccio. Una volta scolata e fatta raffreddare, sarà pronta da gustare. Se bollita una seconda volta, si otterrà una sostanza di colore scuro, ideale per fare tinture.
Conclusioni
Come avete potuto leggere, anche le radici non sono spazzatura. Tutto ciò che costituisce la pianta può essere utilizzato dall’uomo. Migliaia di benefici, innumerevoli proprietà e molteplici usi. Questa è la cannabis!
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📖 Fonti Scientifiche e Bibliografia