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Resina cannabis

Cannabis: che ruolo ha la resina?

La resina di cannabis, spesso chiamata anche “linfa“, rappresenta un vero e proprio meccanismo di difesa innescato dalla pianta. La resina, infatti, è in grado di aiutarla a mantenersi in vita durante il ciclo di fioritura. Questa materia, infatti, aiuta a preservare la coltivazione dai possibili danni provocati dalle irradiazioni ultraviolette, se dosate in modo errato.

Abbiamo pensato di approfondire proprio il tema della resina della marijuana legale, trattandosi di un argomento molto caro agli amanti della cannabis. Continua a leggere per saperne di più!

Cos’è la resina?

La resina della Cannabis, in termini tecnici, può essere anche denominata come linfa oppure polline. Viene estratta dalle infiorescenze di marijuana ed è presente principalmente sui tricomi. Questi ultimi sono impossibili da scorgere a occhio nudo e si presentano come dei sottili filamenti. Sono tuttavia fondamentali perché possiedono la concentrazione più elevata di principi attivi della cannabis: THC e CBD.

Da questo punto di vista, lo scopo dei coltivatori è, una volta ottenuto il raccolto, curarlo nel migliore dei modi affinché i tricomi non vengano alterati e non perdano la qualità dei composti che contengono.

Una volta effettuati dei precisi e attenti processi di estrazione, la resina si presenterà con una consistenza densa e di colore più scuro. Parliamo di processi molto delicati: degli errori in questa fase, infatti, possono compromettere irrimediabilmente i principi tipici della resina.

A dispetto di quello che si può pensare, le piante di marijuana sono estremamente delicate e, dunque, richiedono particolari cure affinché i prodotti risultino all’altezza delle proprie aspettative.

Qui su CBD Therapy Delivery le varietà di Cannabis light sono tutte lavorate con cura affinché preservino aromi e principi attivi intatti.

Come si estrae la resina dalla Cannabis?

Attualmente, i processi di estrazione della resina sono diversi e ognuno possiede caratteristiche particolari .

Tra le modalità più conosciute c’è quella con acqua o ghiaccio. Comunemente conosciuta come “estrazione ice water”, richiede la presenza di temperature che variano dai 2 gradi a scendere. In questo modo, è possibile isolare i tricomi e lasciarne intatti i principi attivi.

Un altro metodo abbastanza conosciuto prevede l’utilizzo di CO2 (anidride carbonica). Anche attraverso questo sistema le proprietà espresse dalla pianta di marijuana rimangono inalterate. Il procedimento è efficace, anche se richiede l’utilizzo di apposite attrezzature che non tutti possiedono o sono in grado di utilizzare.

La scelta più economica ed efficiente, invece, ricade sull’estrazione Dry Soft. In parole povere, bisognerà utilizzare un sacchetto a maglia in cui introdurre i fiori. Minori saranno le maglie del sacchetto, minori saranno le dimensioni della resina raccolta. Gran parte di coloro che preferiscono tale metodo, consigliano di riporre per qualche ora il materiale da utilizzare nel freezer: il freddo, come ben sappiamo, favorisce il distaccamento dei tricomi dalle foglie.

Una curiosità molto interessante è anche la possibilità di utilizzare una piastra per capelli. In questo caso, si parla del metodo Rosin Tech. La piastra serve, ovviamente, a rilasciare del calore, in modo che la resina (in forma liquida) sia rilasciata su un’apposita carta precedentemente oleata.

Perché provare la Cannabis?

Il principale motivo per il quale la resina è così apprezzata è il fatto che essa contiene CBD, al quale si associano moltissimi benefici. Sembra, infatti, che il cannabidiolo abbia numerosi effetti positivi sul corpo e la psiche dei consumatori, senza creare dipendenza o alterarne in alcun modo lo stato emotivo.

Questa resina deriva principalmente dalla genetica di cannabis Sativa, tipica di Paesi come l’Indonesia o la Thailandia. La resina della Cannabis si rivela un aiuto concreto per ridurre problematiche legate all’insonnia o all’ansia, rilasciando effetti calmanti e rilassanti.

A livello clinico, negli ultimi tempi, si è scoperto che il CBD può essere utilizzato come coadiuvante per il trattamento di alcune patologie anche gravi, come la sclerosi multipla.

Infine, il CBD è anche un ottimo antinfiammatorio, utile per rinforzare il sistema immunitario. L’assunzione di tale principio attivo sotto forma di resina è apprezzato per l’immediatezza con cui agisce.

Per quanto riguarda l’assunzione, i metodi sono molto simili a quelli per l’olio CBD: si preferisce, di norma, quella per via orale. Difatti, è possibile berla tranquillamente in un caffè o una tisana in base alle proprie preferenze!

Mentre il CBD è una sostanza del tutto legale nel nostro Paese, un’attenzione diversa è necessari per la compresenza di THC nei vari prodotti derivati dalla Cannabis o meno che sia. Il limite di concentrazione di THC è stabilito per legge allo 0,6%.

Come usare la resina CBD?

La resina CBD può essere usata in vari modi:

  1. Vaporizzazione o dabbing: inalare la resina con un vaporizzatore o un dab rig offre effetti rapidi;
  2. Ingestione: mescolarla con alimenti o oli permette un effetto più duraturo, seppur più lento (30-90 minuti);
  3. Sublinguale: sciolta sotto la lingua, fornisce un’assorbimento rapido (15-30 minuti);
  4. Uso topico: miscelata in creme, può essere applicata sulla pelle per sollievo localizzato da dolori o infiammazioni.

Ogni metodo varia in intensità e velocità degli effetti.

Come estrarre la resina dall’erba?

Per estrarre la resina dalla cannabis, esistono diversi metodi che permettono di raccogliere i tricomi ricchi di cannabinoidi. Ecco i principali:

  1. Metodo del ghiaccio secco: questo metodo consiste nel mescolare i fiori di cannabis con ghiaccio secco in un sacchetto di rete fine, scuotendolo su una superficie pulita. I tricomi si staccano a causa delle basse temperature e vengono raccolti come una polvere fine;
  2. Metodo ad acqua e ghiaccio: consiste nell’immergere i fiori di cannabis in acqua fredda con ghiaccio, mescolando il tutto per separare i tricomi dalle piante. I tricomi vengono poi filtrati attraverso sacchetti di filtraggio (bubble bags) per ottenere la resina in polvere, che viene successivamente asciugata;
  3. Metodo con pressa di calore (rosin tech): questo metodo utilizza una pressa a caldo per estrarre la resina. I fiori vengono avvolti in carta da forno e pressati a bassa temperatura (80-120°C) per qualche secondo. La pressione e il calore fanno fuoriuscire la resina;
  4. Raccolta manuale o con raschietto: un metodo più semplice consiste nel raccogliere la kief utilizzando un grinder a più scomparti, che permette di separare la polvere fine. Questa può essere compressa per ottenere un hashish di qualità.

📖 Fonti Scientifiche e Bibliografia