Al giorno d’oggi, migliaia di persone soffrono della sindrome del colon irritabile, una patologia che purtroppo non ha ancora una cura definitiva. Questa malattia colpisce circa il 15% della popolazione, prevalentemente di sesso femminile e di età compresa tra i 20 e i 50 anni. È caratterizzata da fastidio o dolore addominale, alterazioni della funzione intestinale, gonfiore o distensione. Si tratta di una condizione piuttosto debilitante, che spesso può interferire con le normali attività quotidiane. Negli ultimi anni, gli esperti hanno condotto diverse ricerche, evidenziando che la cannabis legale, e in particolare il cannabidiolo, potrebbe essere utile nel trattamento dei fastidi legati a questa patologia. Ma qual è la correlazione tra la sindrome del colon irritabile e il CBD?
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Che cos’è la sindrome del colon irritabile?
La sindrome del colon irritabile (SCI o IBS) è una condizione cronica che riguarda il tratto intestinale crasso, noto come colon. Normalmente, i prodotti di scarto si muovono attraverso l’intestino e vengono espulsi grazie alle sue contrazioni ritmiche. Nella SCI, queste contrazioni diventano irregolari, troppo forti o troppo deboli, causando una serie di sintomi spiacevoli, tra cui dolori addominali, crampi, gonfiore, stitichezza e/o diarrea.
Questa patologia interessa tra il 15% e il 20% della popolazione, prevalentemente tra i 20 e i 30 anni. Le donne sono più inclini a sviluppare questa condizione rispetto agli uomini. La sindrome del colon irritabile può durare anni, richiedendo quindi un trattamento prolungato.
Cause
Le cause della sindrome del colon irritabile sono ancora sconosciute, sebbene nel corso degli anni siano state avanzate diverse teorie. La più accreditata riguarda una comunicazione anomala tra cervello, fibre nervose che innervano l’intestino e muscoli intestinali.
Inoltre, è stato dimostrato che esistono alcuni fattori in grado di provocare o aggravare gli attacchi:
- Ansia e stress
- Sensibilità ad alcuni alimenti (spesso al glutine e al lattosio)
- Eccessiva crescita della flora batterica intestinale
- Bevande gassate, alcoliche o contenenti caffeina
- Dolcificanti artificiali
- Alterazioni ormonali
Sintomi
I sintomi della sindrome del colon irritabile (SCI) e la loro intensità possono variare notevolmente da persona a persona, e spesso si manifestano in modo intermittente. I pazienti possono alternare periodi di sintomatologia evidente a fasi in cui i sintomi sono quasi o completamente assenti, rendendo difficile la diagnosi e la definizione di un quadro sintomatologico tipico.
Generalmente, i sintomi della sindrome del colon irritabile compaiono dopo i pasti e includono principalmente:
- Dolore addominale
- Gonfiore
- Crampi
- Meteorismo
- Diarrea e/o stitichezza
- Inappetenza
- Nausea
- Muco nelle feci
- Movimenti intestinali dolorosi
Meno frequentemente, possono presentarsi anche mal di testa, mal di schiena, difficoltà a dormire, problemi urinari, dolori durante i rapporti sessuali, letargia (sonno profondo), malessere e indigestione.
Sindrome del colon irritabile e CBD: come può essere d’aiuto il cannabidiolo?
Attualmente, non ci sono ancora test specifici per diagnosticare la sindrome del colon irritabile; solitamente la condizione viene identificata escludendo altre problematiche più gravi.
Il primo consiglio generalmente è quello di modificare l’alimentazione: evitare certi cibi e adottare una dieta ricca di fibre basata su verdure e cereali integrali può aiutare a ridurre o prevenire i sintomi.
L’efficacia della cannabis e dei suoi derivati nel trattamento della sindrome del colon irritabile e di altri disturbi gastrointestinali è conosciuta da secoli.
Molti pazienti affetti da SCI riportano che i sintomi della condizione, come dolore addominale, nausea, crampi e irregolarità dei movimenti intestinali, sono più gestibili e persino alleviati con l’uso di cannabis medica, e dato che non esiste una overdose da Cannabis, sono tranquilli di non incorrere in effetti collaterali a lungo termine come per esempio con gli Oppiacei.
Le esperienze dei pazienti affetti da sindrome del colon irritabile mostrano che la cannabis medica spesso risulta efficace anche quando la condizione non risponde ai trattamenti più comuni.
La marijuana light è composta da numerosi composti chimici organici, noti come cannabinoidi, che si legano agli stessi recettori nel cervello e nel tratto gastrointestinale del corpo che regolano gli endocannabinoidi.
La cannabis medica è in grado di completare i pezzi mancanti del puzzle dell’omeostasi quando il corpo non riesce a regolare adeguatamente la produzione di endocannabinoidi.
Nel 2013, un articolo pubblicato su Phytotherapy Research ha descritto il CBD come un “promettente farmaco per la terapia delle malattie infiammatorie intestinali“.
Uno studio condotto in Italia nel 2003 ha rilevato che anche il THC è utile, se ben tollerato dal paziente, poiché riduce la motilità intestinale, alleviando così gli spasmi del colon e il dolore addominale.
La dose quotidiana consigliata di CBD varia tra 10 e 15 mg.
In conclusione
Il CBD è noto per le sue proprietà antinfiammatorie, pertanto potrebbe rivelarsi un trattamento efficace e praticamente privo di effetti collaterali in caso di malattie infiammatorie intestinali.
Non ci resta che attendere ulteriori studi scientifici in merito.
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Vi ricordiamo che l’articolo è a solo scopo informativo, non va considerato come un suggerimento terapeutico e i prodotti non vanno intesi come medicinali o sostituti di essi.
Per ulteriori conferme circa le proprietà del CBD ed i suoi utilizzi dobbiamo attendere nuovi studi scientifici.
Domande frequenti sulla Sindrome del colon irritabile e CBD
Come sconfiggere la sindrome del colon irritabile?
La sindrome del colon irritabile (IBS) è una condizione cronica che può essere gestita ma non completamente guarita. Tuttavia, ci sono diversi modi per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita:
- Cambiamenti nella dieta: mantenere un’alimentazione sana ed equilibrata. Alcune persone trovano beneficio seguendo diete a basso contenuto di FODMAP o evitando alimenti che scatenano i sintomi;
- Stress management: lo stress può influenzare l’IBS. Praticare tecniche di gestione dello stress come yoga, meditazione, respirazione profonda o esercizio fisico regolare può essere utile;
- Attività fisica regolare: l’esercizio fisico può migliorare la funzione intestinale e ridurre lo stress;
- Terapie di supporto: alcune persone trovano sollievo attraverso terapie come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o la terapia psicologica;
- Farmaci: il medico potrebbe prescrivere farmaci per gestire specifici sintomi dell’IBS;
- Integratori e probiotici: in alcuni casi il medico potrebbe consigliare alcuni integratori alimentari o probiotici per alleviare i sintomi;
- Monitorare: tenere un diario alimentare e delle abitudini quotidiane può aiutare a individuare gli alimenti che scatenano i sintomi dell’IBS e ad evitarli.
Cosa calma il colon irritabile?
Per calmare i sintomi del colon irritabile, puoi adottare diversi approcci naturali e cambiamenti nello stile di vita:
- Dieta a basso contenuto di FODMAP: ridurre i carboidrati fermentabili come legumi, latticini, cipolle e aglio;
- Fibre: aumentare il consumo di fibre solubili (es. avena, semi di chia);
- Probiotici: l’assunzione di probiotici può migliorare la salute intestinale, riducendo gonfiore e dolore;
- Infusi rilassanti: menta piperita, camomilla, zenzero e canapa possono calmare i crampi e ridurre il gonfiore;
- Gestione dello stress: meditazione, yoga e respirazione profonda aiutano a ridurre lo stress;
- Esercizio fisico regolare: l’attività fisica leggera, come camminare, può favorire la motilità intestinale e ridurre il disagio.
Consultare un medico o nutrizionista per personalizzare il trattamento in base ai propri sintomi è sempre consigliato.
Cosa peggiora il colon irritabile?
Il colon irritabile è una condizione complessa e i fattori che possono peggiorare i sintomi possono variare da persona a persona. Tuttavia, ce ne sono alcuni comuni che possono aggravare l’IBS, come:
- Alimenti ad alto contenuto di FODMAP: alcuni alimenti ad alto contenuto di FODMAP possono causare gonfiore, dolore addominale, gas e altri sintomi in persone con IBS;
- Cibi grassi e piccanti: pasti ad alto contenuto di grassi o piccanti possono essere difficili da digerire e possono scatenare sintomi dell’IBS come crampi, gonfiore e diarrea;
- Cibi e bevande contenenti caffeina: bevande come caffè, tè e bibite gassate contenenti caffeina possono stimolare l’intestino e peggiorare i sintomi dell’IBS;
- Stress e ansia: lo stress e l’ansia possono influenzare direttamente il funzionamento dell’intestino, aggravando i sintomi dell’IBS;
- Cambiamenti nell’orario o nella routine: cambiamenti improvvisi nell’orario dei pasti o nella routine quotidiana possono influenzare il tratto gastrointestinale e scatenare sintomi;
- Mancanza di sonno: la privazione del sonno può influenzare negativamente il sistema digestivo e aumentare lo stress, contribuendo così ai sintomi dell’IBS;
- Alcool e fumo: l’alcool e il fumo possono irritare l’intestino e aggravare i sintomi dell’IBS;
- Farmaci: alcuni farmaci, come gli antibiotici, possono influenzare la flora batterica intestinale e scatenare sintomi dell’IBS.
Questi sono solo alcuni dei fattori che possono contribuire a peggiorare i sintomi dell’IBS. È importante tenere un diario alimentare e delle abitudini quotidiane e lavorare con un medico o uno specialista per sviluppare strategie di gestione dei sintomi.