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THCV: il nuovo cannabinoide sotto esame

La cannabis al suo interno contiene moltissimi principi attivi. I più conosciuti sono senza dubbio THC e CBD, ma fortunatamente gli studi si stanno concentrando anche verso nuovi cannabinoidi, come nel caso della THCV. Si tratta di un cannabinoide che attira sempre di più l’attenzione dei ricercatori e dei consumatori di cannabis. La THCV è un composto raro, presente solo in quantità minime all’interno di alcune varietà di cannabis. Tuttavia, dal punto di vista medico, le sue proprietà sono molto interessanti.

Dato il nome simile, si può pensare che la THCV sia una parente non troppo distante dal più noto THC. La scienza lo definisce un analogo, ossia simile, ma diverso. La THCV, infatti, si presenta con la stessa molecola del THC, ma tagliata sul finale.

Di seguito vi parleremo di questo nuovo cannabinoide e delle sue potenziali proprietà.

Cos’è la THCV?

La THCV (o tetraidrocannabivarina), proprio come gli altri cannabinoidi, viene prodotta nei tricomi della pianta di cannabis. La THCV si sviluppa dal cannabinoide precursore CBGV-A. Con l’aiuto di alcuni enzimi, il CBGV-A viene convertito in THCV-A (acido tetraidrocannabivarinico) e altri cannabinoidi. L’ultimo passaggio necessario per trasformare il THCV-A in THCV è la decarbossilazione della cannabis, che avviene nel momento in cui si fuma o si vaporizza l’erba. La THCV possiede alcuni degli elementi psicoattivi del THC. Tuttavia, la THCV possiede proprietà biochimiche uniche che provocano diverse interazioni con il corpo umano. Queste interazioni sembra possano avere diversi benefici.

La tetraidrocannabivarina si trova nelle varietà di cannabis in misura molto ridotta. Il suo quantitativo, infatti, non supera l’1%. Le varietà che presentano dosi maggiori sono quelle originarie dell’Asia, in particolare del Nepal, dell’Africa, del Pakistan, della Cina e dell’India.

THCV e sistema endocannabinoide

Come sappiamo, il sistema endocannabinoide umano regola importanti funzioni fisiologiche, tra cui la risposta immunitaria, il sonno, l’umore e molto altro. Il nostro corpo produce i propri cannabinoidi (endocannabinoidi) che si legano a specifici recettori, conosciuti come CB1 e CB2. Sembra che anche i cannabinoidi della pianta di cannabis possano legarsi a questi recettori. Così facendo, possono provocare alcune alterazioni delle funzioni fisiologiche. Il THC, ad esempio, si lega ai recettori CB1 nel cervello, ed è così che causa il suo caratteristico effetto “sballo”.

Secondo recenti studi, sembra che la THCV agisca come antagonista del recettore CB1 a basse dosi. Questo significa che inibisce gli effetti del THC, esattamente come il CBD. A dosi più elevate, invece, pare agisca come un agonista dello stesso recettore, producendo a sua volta effetti simili al THC. In altre parole, unisce gli effetti di THC e CBD, anche se in modo distinto.

THCV effetti

La ricerca sulla THCV è decisamente scarsa rispetto a quella sugli altri cannabinoidi. Tuttavia gli esperti concordano sul fatto che questo cannabinoide si lega ai recettori situati in diversi organi e sistemi, come il cervello ed il sistema immunitario. Questa interazione può avere una serie di effetti benefici su tutto il corpo.

Una ricerca pubblicata sull’International Journal of Neuropsychopharmacology, ad esempio, suggerisce che potrebbe agire come un soppressore dell’appetito. La THCV, infatti, sembra in grado di regolare i meccanismi cerebrali di ricompensa e di avversione verso il cibo, collegati all’obesità e ai disturbi alimentari.

Secondo un altro studio condotto sui pazienti affetti da diabete, la THCV potrebbe contribuire a bilanciare i meccanismi che regolano i livelli di zucchero nel sangue. Dai dati, infatti, è emerso che la THCV può ridurre significativamente il glucosio plasmatico a digiuno nei pazienti con diabete di tipo 2, portando miglioramenti anche alla funzione pancreatica.

Un terzo studio, condotto in vivo su ratti e in vitro su colture di cellule di ratti ed umani, ha testato gli effetti della THCV sulle condizioni psicotiche. Dalla ricerca è emerso che il cannabinoide riduceva il comportamento stereotipato, normalizzando l’iperattività, il comportamento sociale e le prestazioni cognitive nei ratti. I risultati in vitro, inoltre, mostrarono che l’attivazione del recettore 5-HT₁A migliora l’azione dei cannabinoidi, inibendo parte dell’azione dell’agente artificiale neurodegenerativo. Anche se necessita di ulteriori approfondimenti, i risultati di questa ricerca fanno sperare in una possibile capacità della THCV di migliorare e ridurre i sintomi cognitivi della schizofrenia.

La THCV fa sballare?

Attualmente, gli studi sugli effetti psicotropi della THCV sono pochissimi. Questi dipendono principalmente dalla dose. Con dosi elevate, infatti, è possibile raggiungere un piacevole sballo, stimolante e più lucido rispetto a quello generato dal THC. La THCV, inoltre, può amplificare alcuni aspetti dello sballo del THC, come l’euforia e la stimolazione mentale. Questo cannabinoide non produce gli effetti della cosiddetta “fame chimica“, tuttavia rende le varietà di cannabis con THCV meno adatte a persone con alcuni tipi di problemi alimentari. Infine, lo sballo della THCV sembra avere una manifestazione degli effetti più rapida, ma una durata di circa la metà del THC. 

Legalità

La sua legalità non è ancora ben chiara nella maggior parte dei Paesi. Il cannabinoide, infatti, non rientra nella Convenzione Internazionale sulle Sostanze Psicotrope, tuttavia potrebbe essere considerato l’equivalente del THC a causa della sua struttura molecolare simile.

Non esistono al momento test antidroga specifici per la THCV e non è certo se sia rilevabile in un test antidroga. La presenza solitamente molto bassa del principio attivo nelle varietà di cannabis non rende questo cannabinoide un indicatore affidabile per verificare il consumo di cannabis. Pertanto un test antidroga non dovrebbe confondere la THCV con il THC, anche se non c’è ancora la certezza assoluta.

Effetti collaterali

Data la presenza di pochi dati scientifici, non sappiamo ancora molto degli effetti collaterali che la THCV potrebbe causare negli esseri umani. Tuttavia, l’attivazione dei recettori CB1 ad alte dosi significa che potrebbe avere alcuni dei potenziali effetti collaterali del THC, come:

  • ansia e paranoia
  • secchezza delle fauci
  • occhi rossi
  • perdita di memoria a breve termine
  • aumento della frequenza cardiaca
  • tempo di reazione rallentato

Conclusioni

Con l’aumentare dell’interesse da parte degli scienziati per questo cannabinoide, aumenteranno sicuramente anche gli studi a riguardo. La THCV ha dimostrato chiaramente un potenziale in ambito terapeutico, ma solo il tempo ci dirà se diventerà così popolare come il THC e il CBD.

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